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Bce, preoccupa la disoccupazione "Allarme per sostenibilità bilanci"

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2010 12:58
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Mi fanno male le dita
09/12/2010 12:58
 
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L'Eurotower pubblica il bollettino di dicembre: più stabilità del mercato del lavoro, ma si allungano i tempi di esclusione. Previsto in aumento il debito pubblico, tranne che in Germania e Italia. Fitch declassa l'Irlanda

FRANCOFORTE - La sostenibilità dei bilanci di alcuni paesi dell'area euro desta ancora "viva preoccupazione" e pertanto è necessario che tutti gli stati "portino avanti piani di risanamento pluriennali credibili e attuino integralmente le misure di riequilibrio previste". Lo sottolinea la Banca centrale europea nel bollettino di dicembre, in cui l'Eurotower esprime anche allarme per la situazione del mercato del lavoro in Europa. E, quasi a confermare i timori di Francoforte, arriva la decisione della società di rating Fitch, che ha abbassato di tre gradini il suo giudizio sull'Irlanda.

I timori per i conti. "Sebbene alcuni paesi registrino andamenti dei conti pubblici più favorevoli di quanto atteso in precedenza - spiega la Bce - per altri rimane molto viva la preoccupazione circa la sostenibilità delle posizioni di bilancio e la vulnerabilità a reazioni avverse del mercato". In particolare, si legge ancora nel bollettino, "i disavanzi attesi sono in qualche misura inferiori a quanto prospettato nelle previsioni della Commissione formulate nella primavera 2010, sia per l'area dell'euro nel suo insieme sia per la maggior parte dei singoli paesi".

"E' probabile che il debito pubblico in rapporto al Pil aumenti in tutti i Paesi dell'area euro nei 2011 e in quasi tutti nel 2012, ad eccezione di Germania e Italia" scrive ancora la Banca centrale europea, notando come, nel 2012, il rapporto medio debito/Pil dell'area euro sia atteso all'87,8%. "Quattro Paesi dell'area (Belgio, Irlanda, Grecia e Italia) - scrive tuttavia la Bce - registrerebbero rapporti debito/Pil superiori al 100%".

"E' essenziale che i Paesi Ue portino avanti piano di risanamento pluriennali credibili e attuino integralmente le misure di riequilibrio previste - ammonisce la Banca centrale europea -. Nei bilanci per il 2011 devono precisare interventi di aggiustamento credibili dei conti, incentrati sul lato della spesa".

La Bce, inoltre, si dice critica riguardo le proposte di riforma della governance economica dell'Unione europea concordate al Consiglio Ue di fine ottobre. "Non bastano ad assicurare quel salto di qualità" che chiede la Banca centrale europea. "Il consiglio direttivo - insiste la Bce - nutre timori sul fatto che nell'attuazione della sorveglianza delle finanze pubbliche non vi sia sufficiente automaticità".

Fitch declassa l'Irlanda. Fitch ha abbassato il rating sovrano dell'Irlanda a BBB+ da A+, con outlook stabile. La decisione riguarda la valutazione di lungo termine di emittente in valuta locale ed estera. Abbassato anche il rating di breve termine in valuta estera a F2 da F1, mentre resta invariato a AAA il country ceiling (il rating massimo attribuibile ad entità del paese) in quanto appartenente all'aera euro. L'abbassamento dei rating - spiega Fitch - riflette i costi aggiuntivi derivanti dal salvataggio del sistema bancario, le maggiori incertezze e le più deboli prospettive dello scenario economico e l'impossibilità di accedere ai finanziamenti sul mercato a costi sostenibili.

Luci e ombre sul mercato del lavoro. Per quanto riguarda l'occupazione, la Bce nota che "le condizioni del mercato del lavoro hanno continuato a stabilizzarsi negli ultimi mesi" ma "l'aumento della disoccupazione di lungo periodo è motivo di preoccupazione ed esige una risposta di policy efficace". Il numero di persone rimaste disoccupate per almeno 12 mesi, sottolinea l'Istituto di Francorforte, "ha subito un incremento del 30% nell'anno fino al secondo trimestre del 2010, a fronte di una crescita media del 4% registrata nel periodo 2008-2009".

Secondo la Bce, "in molti paesi dell'area si sono registrati modesti incrementi nel numero delle ore lavorate per occupato rispetto all'inizio dell'anno, segno di una seppur lieve ripresa soprattutto in considerazione del fatto che l'aggiustamento dei livelli occupazionali osservato durante la recessione è avvenuto per lo più mediante una riduzione delle ore lavorate per occupato evitando forti cali del numero degli addetti. Tuttavia le ore lavorate e il numero degli addetti - si legge nel bollettino - restano nettamente inferiori ai livelli dell'inizio della recessione".

La Bce suggerisce, "al fine di ridurre la disoccupazione strutturale e il rischio di erosione del capitale umano associato ai lunghi periodi di disoccupazione", politiche intese a "promuovere la moderazione e la flessibilità salariale, insieme ad altre politiche attive per il mercato del lavoro, che rendano più efficiente l'incontro tra domanda e offerta e rafforzino l'attaccamento al mercato del lavoro da parte dei disoccupati di lungo periodo".

(A flessibilità salariale dovrebbe corrispondere anche flessibilità di prezzi, una persona non può fare lo stesso lavoro, prendere meno e trovarsi gli stessi prezzi di prima, se abbassi i salari bisogna abbassare anche i prezzi, altrimenti i consumi non si rilancerebbero comunque)

La Bce auspica quindi "l'urgente attuazione di riforme strutturali di ampia portata", misura definita "essenziale per migliorare le prospettive di una maggiore crescita sostenibile. Profonde riforme risultano particolarmente necessarie nei paesi che in passato hanno subito una perdita di competitività o che al momento soffrono di disavanzi nei conti pubblici e disavanzi esterni elevati". Per l'Eurotower, "eliminare le rigidità del mercato del lavoro e potenziare la crescita della produttività favorirebbero ulteriormente il processo di aggiustamento di tali economie. Inoltre - osserva l'istituto di Francoforte - stimolare la concorrenza nei mercati dei beni e soprattutto dei servizi agevolerebbe la ristrutturazione dell'economia e incoraggerebbe l'innovazione e l'adozione di nuove tecnologie".

(Certo, a parole è facile, ma chi investe? Il mercato del lavoro non è rigido, è precario, come si può pensare di rilanciare un'economia se chi la fa girare non ha un briciolo di stabilità?)

Le previsioni su Pil e inflazione. Le previsioni della Banca centrale sulla crescita del Pil dell'area euro, elaborate dagli esperti dell'Eurosistema sulla base delle informazioni disponibili al 19 novembre scorso, stimano un intervallo compreso tra l'1,6 e l'1,8% nel 2010, tra lo 0,7 e il 2,1% nel 2011 e tra lo 0,6 e il 2,8% nel 2012.

Osservando in particolare il settore auto, l'istituto presieduto da Jean-Claude Trichet rileva una diminuzione del 10% delle vendite nella zona euro nel 2010, considerando i dati disponibili fino a ottobre, anche se si prospetta una stabilizzazione del mercato "per i prossimi mesi". "E' probabile - spiega la Bce - che la combinazione fra l'aumento delle vendite di autoveicoli e la contrazione del Pil osservata nel complesso del 2009 sia venuta meno nel 2010. Sebbene ci si attenda che il Pil continui a recuperare terreno, le vendite di automobili hanno seguito un andamento calante, che rispecchia la rimozione dei programmi di incentivazione. Si stima che le immatricolazioni nell'area dell'euro calino di circa il 10% nel 2010 , dopo essere aumentate di oltre il 3% nel 2009". In prospettiva, osserva l'istituto di Francoforte, "l'andamento recente delle vendite di automobili, sia nell'area dell'euro sia in altre economie avanzate, indica in generale per i prossimi mesi una stabilizzazione, mentre le vendite nei mercati emergenti dovrebbero restare vivaci".

Quanto all'inflazione, gli esperti dell'Eurosistema nei mesi a venire la collocano intorno ai livelli attuali "soprattutto a causa di pressioni esterne sui prezzi derivanti dalle materie prime". In seguito, a fronte del calo dell'inflazione importata, le spinte interne sui prezzi dovrebbero intensificarsi in certa misura, di riflesso al graduale miglioramento dell'attività". Il tasso di inflazione complessivo "si porterebbe in media all'1,5-1,7% nel 2010, all'1,3-2,3% nel 2011 e allo 0,7-2,3% nel 2012".

Tassi d'interesse e titoli di Stato. Sul piano finanziario, i tassi d'interesse dell'area euro continuano ad essere "adeguati", scrive la Banca centrale nel bollettino di dicembre, con prospettive d'inflazione "moderate" e una "dinamica di fondo della ripresa che rimane positiva". La Bce evidenzia tuttavia che la dinamica della ripresa presenta "incertezze". In particolare, "permangono timori riguardo al riemergere di tensioni nei mercati finanziari". Per questo, la Bce "continuerà a seguire tutti gli andamenti nel prossimo periodo con molta attenzione", "l'offerta di liquidità e le modalità di aggiudicazione saranno modificati secondo opportunità, tenendo conto del fatto che l'insieme delle misure non convenzionali adottate nel periodo di acute tensioni finanziarie è pienamente coerente con il mandato della Bce e, per come strutturato, di natura temporanea".

Focalizzandosi sull'ultima fase di tensioni sui titoli di Stato dell'area euro, la Bce certifica che le emissioni di Italia e Grecia hanno accusato aumenti dei divari di rendimento "considerevolmente inferiori" rispetto a quelli accusati da Irlanda, Portogallo e Spagna. "I rendimenti dei titoli di stato decennali di Irlanda, Portogallo e Spagna sono aumentati rispettivamente di 305, 130 e 125 punti base - si legge -. Gli incrementi complessivi per Italia e Grecia sono risultati considerevolmente inferiori, collocandosi intorno a 70 e 50 punti base rispettivamente. Il primo dicembre i differenziali di rendimento correnti rispetto ai titoli tedeschi erano pari a 910 per la Grecia, 605 per l'Irlanda, 400 per il Portogallo, 260 per la Spagna e 170 punti base per l'Italia".
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