Quanto ci costa la Chiesa Cattolica?

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AtomBomb
00martedì 2 novembre 2010 14:32
4 miliardi di euro l'anno alla chiesa: quanto ci costa la casta religiosa? Quali sono i privilegi della chiesa cattolica?

Nonostante gli scandali della chiesa cattolica si susseguano sistematicamente in tutto il mondo e le casse ecclesiastiche strabordino di ricchezza, lo stato italiano continua a stanziare ingenti fondi a un clero accentratore che, da secoli, non accenna a diminuire la sua potenza.

Scrive il giornalista Curzio Maltese ne "La questua", inchiesta giornalistica inizialmente nata su Repubblica, poi diventata un libro:

"Un miliardo di euro dai versamenti dell'otto per mille. 650 milioni per gli stipendi degli insegnanti di religione. 700 milioni per le convenzioni su scuola e sanità. 250 milioni per il finanziamento dei Grandi Eventi. Una cifra enorme passa ogni anno dal bilancio dello Stato italiano e degli enti locali alle casse della Chiesa cattolica. A cui bisognerebbe aggiungere almeno il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano e oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione europea: il mancato incasso dell'lci, l'esenzione da Irap, Ires e altre imposte, l'elusione consentita per le attività turistiche e commerciali. Per un totale di circa 4 miliardi di euro, più o meno mezza finanziaria, l'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno. Una somma (è la stessa Conferenza episcopale italiana a dichiararlo) che solo per un quinto viene destinata a interventi di carità e di assistenza sociale..."

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L'otto per mille, le scuole, gli ospedali, gli insegnanti di religione e i grandi eventi

Ogni anno, dallo Stato, arrivano alle strutture ecclesiastiche circa 4 miliardi di euro

I conti della Chiesa
ecco quanto ci costa

di CURZIO MALTESE
"Quando sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati". Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta le finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo l'arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor Paul Marcinkus, dall'arresto per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il giovane vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale. Poche scelte si riveleranno più azzeccate. Nel "ventennio Ruini", segretario dall'86 e presidente dal '91, la Cei si è trasformata in una potenza economica, quindi mediatica e politica. In parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico italiano e all'interno del Vaticano, come mai era avvenuto con i predecessori, fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI.
Le ragioni dell'ascesa di Ruini sono legate all'intelligenza, alla ferrea volontà e alle straordinarie qualità di organizzatore del personaggio. Ma un'altra chiave per leggerne la parabola si chiama "otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990, quando entra a regime il prelievo diretto sull'Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di euro all'anno. Ruini ne è il dominus incontrastato. Tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari.

Dall'otto per mille, la voce più nota, parte l'inchiesta di Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli italiani. Il calcolo non è semplice, oltre che poco di moda. Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo della politica. Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all'anno. "Una mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno".

Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone, si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.

Per la par condicio bisognerebbe adottare al "costo della Chiesa" la stessa larghezza di vedute. Ma si arriverebbe a cifre faraoniche quanto approssimative, del genere strombazzato nei libelli e in certi siti anticlericali.

Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione ("Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire", nell'opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per "aiuti di Stato". L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l'Ici (stime "non di mercato" dell'associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all'anno, più qualche decina di milioni.

La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati.

Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno. Il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all'epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini.

Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell'otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno sociale". Una mezza finanziaria, d'accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l'impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri?

Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo bilancio annuo sull'otto per mille. Su cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. Senza contare l'altro paradosso: se al "voto" dell'otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro.

Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille "per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa". Una delle testimonianze migliori è il pamphlet "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Al capitolo "L'altra faccia dell'otto per mille", Beretta osserva: "Chi gestisce i danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici". Continua: "Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?". "E infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere...".

A scorrere i resoconti dei convegni culturali e le pagine di "Chiesa padrona", rifiutato in blocco dall'editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie religiose, si capisce che la critica al "dirigismo" e all'uso "ideologico" dell'otto per mille non è affatto nell'universo dei credenti. Non mancano naturalmente i "vescovi in pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia, che descrive così il nuovo corso: "I vescovi non parlano più, aspettano l'input dai vertici... Quando fanno le nomine vescovili consultano tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che vogliono loro, cioè chiunque salvo il nome che è stato indicato". Il già citato Vittorio Messori ha lamentato più volte "il dirigismo", "il centralismo" e "lo strapotere raggiunto dalla burocrazia nella Chiesa". Alfredo Carlo Moro, giurista e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici ha lanciato una sofferta accusa: "Assistiamo ormai a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della Cei si sa solo ciò che dichiara in principio il presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente in linea, altrimenti tacciono".

La Chiesa di vent'anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della Cei, con le finanze scosse dagli scandali e svuotate dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente derisa dall'egemonia di sinistra, ignorata dai giornali laici, espulsa dall'universo edonista delle tv commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi vitalissima. Tanto pluralista da ospitare nel suo seno mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di riconoscere movimenti di massa, come Comunione e Liberazione, e di "scoprire" l'antimafia, con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don Puglisi a Brancaccio, l'impegno di don Italo Calabrò contro la 'ndrangheta.
Dopo vent'anni di "cura Ruini" la Chiesa all'apparenza scoppia di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a Palazzo, governa l'agenda dei media e influisce sull'intero quadro politico, da An a Rifondazione, non più soltanto su uno. Nelle apparizioni televisive il clero è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione.

Il clero è vittima dell'illusoria equazione mediatica "visibilità uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto politico. Nella vita reale rischia d'inverarsi la terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista: "La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo". Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger.
maroz78
00martedì 2 novembre 2010 15:04
sia lode a Fabio Pinci

Shane Vendrell
00martedì 2 novembre 2010 15:12
si ma Lei in cambio ci salva le nostre anime.
My Guitar Gently Weeps
00martedì 2 novembre 2010 15:14
Bisognerebbe anche capire quanti introiti economici garantisce col turismo.

se la bilancia dovesse segnare rosso, allora molotov.
@Chaos@
00martedì 2 novembre 2010 15:17
Re:
My Guitar Gently Weeps, 02/11/2010 15.14:

Bisognerebbe anche capire quanti introiti economici garantisce col turismo.

se la bilancia dovesse segnare rosso, allora molotov.




beh le chiese esisterebbero anche senza di loro visto che i lavori di manutenzione e di restauro a parte quelli dei palazzi vaticani sono a spese dello stato.
=Icy Eyes=
00martedì 2 novembre 2010 15:27
Se aggiungiamo i fondi universitari sperperati da Comunione e Liberazione (che mi riserbo di considerare parte integrante del sistema Chiesa) arriviamo a cifre preoccupanti.
Vennegoor of Hesselink
00martedì 2 novembre 2010 15:27
Il fatto che il Vaticano sia uno degli stati più ricchi del mondo non vuol dire che la Chiesa è ricca nella sua totalità.

Ci sono preti e parrocchie che fanno fatica a trovare i soldi per sistemare i locali, l'oratorio e sa il cazzo cos'altro.

Bisogna distinguere le due cose.
Dark Of Phenom
00martedì 2 novembre 2010 15:34
Io ho bisogno di una risposta...la chiesa è ricca, lo è sempre stata, mille privilegi ecc...ok e qui ci siamo.

Ma Gesù...predicava tutta questa ricchezza? La chiesa deve essere cosi secondo la Bibbia?
@Chaos@
00martedì 2 novembre 2010 15:35
Re:
Dark Of Phenom, 02/11/2010 15.34:

Io ho bisogno di una risposta...la chiesa è ricca, lo è sempre stata, mille privilegi ecc...ok e qui ci siamo.

Ma Gesù...predicava tutta questa ricchezza? La chiesa deve essere cosi secondo la Bibbia?




semmai secondo il vangelo.
ma la chiesa cmq l'ha fatta Pietro mica Gesu'.
omaga
00martedì 2 novembre 2010 15:37
non confondiamo il cristianesimo con il cattolicesimo
Dark Of Phenom
00martedì 2 novembre 2010 15:38
Re: Re:
@Chaos@, 02/11/2010 15.35:




semmai secondo il vangelo.
ma la chiesa cmq l'ha fatta Pietro mica Gesu'.




Si ok...ma è necessario tutto questo lusso? L'avrà fatta anche Pietro la chiesa ma l'ha fatto per Gesù e quindi mi chiedo, siamo sicuri che sia necessario tutta questa ricchezza alla chiesa?
@Chaos@
00martedì 2 novembre 2010 15:39
Re:
omaga, 02/11/2010 15.37:

non confondiamo il cristianesimo con il cattolicesimo




in italia non c'e' differenza.
omaga
00martedì 2 novembre 2010 15:43
Re: Re:
@Chaos@, 02/11/2010 15.39:




in italia non c'e' differenza.



appunto, quelli che si professano cristiani alla fine sono cattolici
in italia di cristiani non ce ne sono
AtomBomb
00martedì 2 novembre 2010 15:47
Re:
My Guitar Gently Weeps, 02/11/2010 15.14:

Bisognerebbe anche capire quanti introiti economici garantisce col turismo.

se la bilancia dovesse segnare rosso, allora molotov.



www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/chiesa-commento-mauro/opera-pellegrinaggi/opera-pellegrina...

Lo straordinario business dei pellegrinaggi cresce del 20% all'anno.

Aerei selezionati conventi a 5 stelle. E l'extraterritorialità consente guadagni esentasse

Turisti nel nome di Dio
un affare da 5 miliardi

DAL BLOG di papa Ratzinger, ufficioso ma benedetto dal Santo Padre, si legge: "Nell'era del low cost, l'Opera Romana Pellegrinaggi si adegua". La ricerca di Dio si affida a voli rigorosamente a basso costo. Il Boeing 707-200 della flotta Mistral, fondata nel 1981 dall'attore Bud Spencer, e ora targato Orp, è decollato il 27 agosto da Roma con destinazione Lourdes.
I pellegrini, 148 fra i quali l'invitato Luciano Moggi, hanno intrapreso il viaggio spirituale supportati da una guida d'eccellenza: il cardinale Camillo Ruini. Il rettore della Pontificia Università Lateranense ha elargito la sua benedizione ai devoti. All'ingresso, le hostess in completo giallo e blu, spilla del Vaticano e fazzoletto giallo al collo, accolgono i passeggeri e li accompagno al posto. Sul poggiatesta si legge: "Cerco il tuo volto Signore".

È nato insomma con un lancio pubblicitario in grande stile l'accordo fra il Vaticano e la Mistral nel settore del turismo della fede. Per una "ricerca di Dio con voli rigorosamente a basso costo", la Chiesa si affida al testimonial Luciano Moggi, all'epoca già rinviato a giudizio, e alla chiacchierata compagnia delle Poste Italiane. La Mistral, fondata da Bud Spencer e salvata durante il governo Berlusconi con un'operazione giudicata fuori mercato perfino da alcuni parlamentari della destra e ancora oggi avvolta nel mistero.

Un'interrogazione del deputato di An Vincenzo Nespoli sul perché le Poste sborsavano fino a quindici volte il valore nominale delle azioni Mistral, per fare oltrettutto concorrenza all'Alitalia in crisi, non ebbe mai risposta dal governo. Il patto fra Mistral e Opera Romana Pellegrinaggi per trasportare il primo anno 50 mila pellegrini italiani verso i santuari d'Europa e Terra Santa, con la previsione di arrivare a 150 mila nel 2008 (centocinquantesimo anniversario dell'apparizione di Fatima) non è che la punta dell'iceberg di un affare gigantesco: il turismo religioso. Quasi sempre esentasse.

Il turismo è il primo settore commerciale del mondo per espansione, terzo per margini di profitti dietro il petrolio e il traffico di armi. In Italia, una delle principali mete del pianeta, la chiesa cattolica è di gran lunga il dominus del settore. Secondo l'indagine Trademark la chiesa cattolica controlla ogni anno un traffico di 40 milioni di presenze, 19 milioni di pernottamenti, 250 mila posti letto in quasi 4 mila strutture. Il volume d'affari supera i 5 miliardi di euro all'anno, il triplo del fatturato dell'Alpitour, primo tour operator italiano. In cima alla piramide organizzativa del turismo cattolico sta l'Opera Romana Pellegrinaggi, che ha convenzioni con 2500 agenzie e una rete con migliaia di referenti sul territorio.

L'Opr è presieduta da Camillo Ruini, Vicario di Roma, con Liberio Andreatta già amministratore delegato e ora vice presidente, alle dirette dipendenze della Santa Sede. A fianco dell'Opr svolge un ruolo importante l'Apsa, l'amministrazione patrimoniale della Santa sede, che gestisce gli immobili della Chiesa e spesso gli utili alberghieri. Entrambe le società hanno sede nella Città del Vaticano, godono dunque di un regime di extraterritorialità che significa in pratica non dover presentare bilanci e sfuggire alle leggi italiane in materia fiscale, di igiene, prevenzione eccetera.

In più, in tutte le convenzioni fra l'Orp e i clienti, esiste un comma (16) che rimanda "per tutte le eventiali controversie" alla "legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano". E qual è la legge fondamentale della Città del Vaticano? Questa, che su qualsiasi controversia legale, civile o penale, l'ultima parola spetta al Papa. Il turista cattolico o no, ma in ogni caso al novanta per cento cittadino italiano, che volesse reclamare contro il servizio offerto, dovrebbe dunque aspettare la parola definitiva del Santo Padre. Nonostante questo, lo Stato italiano favorisce in vari modi l'Orp, patrocinata anche dal ministero delle Comunicazioni.

L'extraterritorialità del resto è una regola piuttosto diffusa per le attività commerciali della Chiesa, come nella sanità privata. L'ospedale pediatrico romano del Bambin Gesù, per fare un esempio, notissimo ai genitori della capitale, riceve numerosi finanziamenti statali e della Regione Lazio. Ma né l'amministrazione statale né quella regionale hanno il potere di rivedere gli accordi col Bambin Gesù perché ogni modifica deve essere trattata direttamente dal ministro degli Esteri con il Vaticano.

In un settore ricco e in forte espansione come il turismo, l'extraterritorialità si traduce in un formidabile ombrello fiscale. Non si tratta soltanto dell'Ici non pagata per alberghi, ristoranti, bar di proprietà degli enti ecclesiastici. Ma anche del mancato gettito di Ire (ex Irpef), Ires (ex Irpeg), Irap e altre imposte. Su questo lungo elenco di privilegi fiscali, nel rispetto del Trattato Comunitario, la commissione europea ha chiesto da tempo chiarimenti al governo italiano. I lavoratori delle "case religiose", sempre più spesso veri e propri alberghi rintracciabili sul circuito commerciale normale, sono spesso suore o preti o volontari o legati da contratti anomali di collaborazione. Quindi gli enti ecclesiastici non devono pagare le imposte e i contributi previdenziali sul lavoro dipendente.

Nel sito della Cei, a questo proposito, si legge negli ultimi tempi una ricorrente lamentela per il fatto che, visti gli indici di crescita, la catena turistica religiosa deve ricorrere sempre più spesso al personale "esterno". "Il personale esterno non garantisce le stesse prestazioni" di suore e preti, pretende di essere pagato per gli straordinari e cerca di introdurre tutele sindacali. Sia pure con i limiti enormi di libertà imposti dalla giurisdizione pontificia. I privilegi fiscali della Chiesa si traducono in un vantaggio sulla concorrenza e nella possibilità di praticare prezzi fuori mercato.

Se il settore turistico cresce ovunque in Italia, l'espansione di quello religioso ha tratti spettacolari, con un aumento di quasi il venti per cento all'anno.
Nel volgere di quattro o cinque anni il volume d'affari potrebbe sfondare il tetto dei 10 miliardi di euro. Non si tratta soltanto di turismo "povero" o "low cost". "Sono ormai un centinaio i monasteri-alberghi entrati nei network Condè-Nast, Relais & Chateaux o Leading Hotel of the world" scrive il Sole 24 Ore. Ma si tratti di due, tre, quattro o cinque stelle, i prezzi sono sempre inferiori alla concorrenza, grazie alle minori spese.

Abbiamo parlato nelle puntate scorse dell'hotel delle Brigidine, 190 euro a notte, ma in una zona dove un quattro o cinque stelle costa quasi il doppio. I casi soltanto nella capitale sono decine. Dai Carmelitani di Castel Sant'Angelo, che offrono camere con frigobar, tv satellitare e aria condizionata a 120 euro, fino ai "tre stelle" a 60 o 70 euro. La spendida abbazia di Chiaravalle alle porte di Milano costa 300 euro, ma è un cinque stelle a tutti gli effetti. Lo stesso vale per le celebri Orsoline di Cortina e per il monastero di Camaldoli nell'aretino, mete di turismo intellettuale, culturale e politico d'alto bordo.

Se si scende al livello del turismo di massa, i prezzi calano ma il fatturato esplode. E lo stato italiano favorisce in ogni modo. Con le esenzioni e con i finanziamenti diretti. I 3.500 miliardi di lire versati dall'erario alla Chiesa per il Giubileo sono serviti in buona parte a riorgazzare la rete di accoglienza turistica. Ma quella pioggia di soldi non si è mai davvero fermata. In varie forme, governo ed enti locali continuano a sovvenzionare la rete alberghiera religiosa. Per il rilancio dell'antica Via Francigena, che nel medioevo collegava Roma a Canterbury, l'ultimo finanziamento statale è stato di 10 milioni di euro.
Ma bisogna aggiungere le centinaia di contributi degli enti locali. Visto il successo, l'Orp ha deciso di rilanciare anche altri pellegrinaggi: il Commino di Sigerico, da Milano a Roma; la Via dell'Est, che da Venezia attraversa Romagna e Umbria; l'antico cammino del Sud da Roma a Otranto. L'ultimo con un passaggio d'obbligo al santuario di San Giovanni Rotondo, il cui boom turistico ha messo di gran lunga in secondo piano le recenti rivelazioni sui dubbi di Giovanni Paolo XXIII a proposito della santità di Padre Pio, i suoi rapporti con le fedeli e l'origine reale delle stimmate.

In tutti questi progetti non c'è stato comune o provincia o regione o comunità montane, governata da destra o da sinistra, che non si sia accollata finanziamenti, agevolazioni fiscali, oneri di ristrutturazione. Non stupisce insomma che l'Opera Romana Pellegrinaggi allarghi di settimana in settimana il raggio d'azione. Il 2007 è stato l'anno dei voli della fede in Europa e Terra Santa. Il 2008 sarà l'anno dello sbarco nel mercato americano con il progetto "Christian World Tour". "Fra il 2008 e il 2009 - dichiara l'amministratore delegato dell'Orp, padre Cesare Atuire - i progetti saranno estesi all'America Latina e all'Oriente, in particolare Cina, India e Filippine". Tutto "rigorosamente low cost".
(Hanno collaborato Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)
My Guitar Gently Weeps
00martedì 2 novembre 2010 15:51
Grande Atom.

E' molto più grave la parte in grassetto piuttosto che il mancato pagamento dell'ICI

mortacci loro
=LionMatt=
00martedì 2 novembre 2010 16:02
La Chiesa è la più potente organizzazione mafiosa che ci sia al mondo.
omaga
00martedì 2 novembre 2010 16:08
Re:
=LionMatt=, 02/11/2010 16.02:

La Chiesa è la più potente organizzazione mafiosa che ci sia al mondo.



per di più alla luce del sole
My Guitar Gently Weeps
00martedì 2 novembre 2010 16:09
Re:
=LionMatt=, 02/11/2010 16.02:

La Chiesa è la più potente organizzazione mafiosa che ci sia al mondo.




Sean Connery è più bello da vecchio che da giovane
omaga
00martedì 2 novembre 2010 16:10
Re: Re:
My Guitar Gently Weeps, 02/11/2010 16.09:




Sean Connery è più bello da vecchio che da giovane




è vero
-={Piredit}=-
00martedì 2 novembre 2010 16:23
Re:
Vennegoor of Hesselink, 02/11/2010 15.27:

Il fatto che il Vaticano sia uno degli stati più ricchi del mondo non vuol dire che la Chiesa è ricca nella sua totalità.

Ci sono preti e parrocchie che fanno fatica a trovare i soldi per sistemare i locali, l'oratorio e sa il cazzo cos'altro.

Bisogna distinguere le due cose.



Una volta che non scendi in campo a favore della chiesa mai eh? [SM=x54487]

Credo che alla fine sia sempre la stessa chiesa che decide come sbolognare i soldi, quindi la colpa è sempre la loro se alcune chiese, oratori, ect stanno co le pezze ar culo


Vennegoor of Hesselink
00martedì 2 novembre 2010 16:25
Re: Re:
-={Piredit}=-, 02/11/2010 16.23:



Una volta che non scendi in campo a favore della chiesa mai eh? [SM=x54487]

Credo che alla fine sia sempre la stessa chiesa che decide come sbolognare i soldi, quindi la colpa è sempre la loro se alcune chiese, oratori, ect stanno co le pezze ar culo






Smentisci la frase che ho scritto...
Non sto difendendo nessuno stavolta, ho scritto un dato di fatto.

E non ho ancora capito chi sei. [SM=x54481]
tarriconeWHC
00martedì 2 novembre 2010 16:28
Re: Re: Re:
Dark Of Phenom, 02/11/2010 15.38:




Si ok...ma è necessario tutto questo lusso? L'avrà fatta anche Pietro la chiesa ma l'ha fatto per Gesù e quindi mi chiedo, siamo sicuri che sia necessario tutta questa ricchezza alla chiesa?




ma tu devi pensare alla chiesa, come un cammino lungo 2000 anni, oltretutto se pensiamo a com'era nel medioevo, dovremmo pure essere soddisfatti di ratzinger.
comunque per me allah dio buddha geova anubi cazzi mazzi, li cancellerei tutti, e al posto di religione una bella ora vera di educazione civica, non come quella che facevo io a scuola.
-={Piredit}=-
00martedì 2 novembre 2010 16:35
Re: Re: Re:
Vennegoor of Hesselink, 02/11/2010 16.25:




Smentisci la frase che ho scritto...
Non sto difendendo nessuno stavolta, ho scritto un dato di fatto.

E non ho ancora capito chi sei. [SM=x54481]




Hai l'impressione di avermi gia conosciuto?

mmh ti diro' mi chiamo Gabriele..ti dice niente?

La risposta sara' chiaramente no [SM=x54472]
Cuscuta Armilla
00martedì 2 novembre 2010 16:38
Re: Re: Re:
Vennegoor of Hesselink, 02/11/2010 16.25:




Smentisci la frase che ho scritto...
Non sto difendendo nessuno stavolta, ho scritto un dato di fatto.

E non ho ancora capito chi sei. [SM=x54481]



E' vero. E' un dato di fatto che ci siano parrocchie realmente umili.

I fedeli nel caso potrebbero tranquillamente provvedere con delle offerte, sai quanti musulmani aprono il portafoglio per trovare un posto dove pregare?

Penso che sia un diritto di tutti pregare, ma non necessariamente avere la parrocchia a 100 metri da casa e se uno decide, o è obbligato, ad abitare in luoghi dimenticato da Dio (per l'appunto...) sono anche cazzi suoi eh.
Vennegoor of Hesselink
00martedì 2 novembre 2010 16:45
Re: Re: Re: Re:
-={Piredit}=-, 02/11/2010 16.35:




Hai l'impressione di avermi gia conosciuto?

mmh ti diro' mi chiamo Gabriele..ti dice niente?

La risposta sara' chiaramente no [SM=x54472]




In un altro topic sembrava che avessimo già avuto a che fare, magari sbaglio io.
Vennegoor of Hesselink
00martedì 2 novembre 2010 16:48
Re: Re: Re: Re:
Cuscuta Armilla, 02/11/2010 16.38:



E' vero. E' un dato di fatto che ci siano parrocchie realmente umili.

I fedeli nel caso potrebbero tranquillamente provvedere con delle offerte, sai quanti musulmani aprono il portafoglio per trovare un posto dove pregare?

Penso che sia un diritto di tutti pregare, ma non necessariamente avere la parrocchia a 100 metri da casa e se uno decide, o è obbligato, ad abitare in luoghi dimenticato da Dio (per l'appunto...) sono anche cazzi suoi eh.




Si, su questo sono daccordo.
Ho scritto questo esempio perchè generalizzare qui dentro è un hobby molto in voga.
=LionMatt=
00martedì 2 novembre 2010 17:03
Re: Re:
My Guitar Gently Weeps, 02/11/2010 16.09:




Sean Connery è più bello da vecchio che da giovane




Non mi pare assolutamente un luogo comune, non capisco la tua ironia...
maroz78
00martedì 2 novembre 2010 17:06
Re: Re: Re: Re:
tarriconeWHC, 02/11/2010 16.28:




ma tu devi pensare alla chiesa, come un cammino lungo 2000 anni, oltretutto se pensiamo a com'era nel medioevo, dovremmo pure essere soddisfatti di ratzinger.
comunque per me allah dio buddha geova anubi cazzi mazzi, li cancellerei tutti, e al posto di religione una bella ora vera di educazione civica, non come quella che facevo io a scuola.



Veramente la chiesa nel medioevo era una della poche istituzioni a tramandare la cultura dei secoli precedenti.
Forse ti confondi con il rinascimento o con il periodo a cavallo tra le due ere, questo perché le nuove scoperte scientifico/geografiche iniziarono a mettere in dubbio la dottrina cattolica.


@Chaos@
00martedì 2 novembre 2010 17:09
Re: Re: Re: Re: Re:
maroz78, 02/11/2010 17.06:



Veramente la chiesa nel medioevo era una della poche istituzioni a tramandare la cultura dei secoli precedenti.






anche se i monaci operarono una forte censura di tutti i saperi classici e si macchiarono di grandi crimini come il primo incendio della biblioteca di alessandria.
maroz78
00martedì 2 novembre 2010 17:23
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 02/11/2010 17.09:




anche se i monaci operarono una forte censura di tutti i saperi classici e si macchiarono di grandi crimini come il primo incendio della biblioteca di alessandria.



Vero, ma sa quel che ne so, quantomeno allora lo facevano credendoci davvero, non con il bigottismo odierno.


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