Re: Re: Re:
rogerio guerrero, 11/09/2010 10.32:
be non è proprio COSI SEMPLICE. Si tratterebbe di un sistema che si emancipa dalle sue funzioni programmate e che si fabbrica sistemi di sicurezza cosi sofisticati che la ricerca dalla falla sarebbe proibitiva.
Tra l'altro se anche fosse possibile trovarla, il problema non è vincere o perdere la guerra (questo è irrilevante) ma farla.
Chi ha vinto in Iraq o afghanistan???? Senza parlare delle molte guerre ignorate che vengono ogni giorno combattute.
si si ok su questo siamo daccordo, la guerra conviene sempre farla, sopratutto d'aggressione e sopratutto molto lontano da casa, sono solo guadagni (o meglio liquidita' perche' poi a lungo termine...)
La ricerca della falla non e' mai una cosa proibitiva, anni di IT hanno insegnato che non esiste un sistema sicuro al quale affidare completamente un servizio senza timore di essere attaccati e sconfitti, ogni sistema in rete e' oggettivamente sempre in pericolo.
Per questo solitamente questo tipo di innovazioni tecnologiche sono sempre piu' relative al conflitto urbano piuttosto che alla guerra su larga scala (che poi oggi si fa con altri metodi di certo non con il soldato/fucile massa), certo in quest'ottica avere una truppetta di 100 agenti dispiegati in un quartiere in rivolta, coordinati e adulterati a livello sensitivo (che poi gia' si fa ma con le droghe che sono pero' troppo soggettive) puo' fare la differenza piuttosto che agire su militari gia' abbondantemente addestrati per uno scenario di guerra.
Che poi Baghdad abbia rappresentato di fatto la trasposizione di un conglitto urbano (polizia vs guerriglia) in un contesto di guerra e' abbastanza chiaro, ma e' anche abbastanza chiaro che in una trasposizione "civile" l'utilizzo dei militari sarebbe meno possibile (a meno di immaginarsi l'uso del fosforo bianco per reprimere un'eventuale rivolta a L.A.)
Al netto di tutto il ragionamento il problema rimane sempre uno cioe' la messa in rete di questa eventuale tecnologia, quando i dati viaggiano non sono mai sicuri.