Ior, nuove verifiche dei magistrati, Vaticano "Stupiti"

AtomBomb
00mercoledì 20 ottobre 2010 14:46
L'INDAGINE

Ior, nuove verifiche dei magistrati
Accertamenti su 2 operazioni sospette

Il tribunale del Riesame ha confermato oggi il sequestro preventivo dei 23 milioni di euro depositati su un conto del Credito Artigiano. "Stupore" del Vaticano per la decisione dei giudici

ROMA - Altre presunte operazioni sospette dello Ior sono finite nel mirino della magistratura romana, titolare degli accertamenti sui 23 milioni di euro 1 depositati su un conto del Credito Artigiano e per i quali il tribunale del Riesame ha confermato oggi il sequestro preventivo. Decisione che ha suscitato lo "stupore" del Vaticano, come si legge su una nota diffusa dalla Santa Sede.

"La notizia della conferma, da parte del Tribunale del Riesame, del sequestro in via preventiva di un deposito dello Ior su un conto del Credito Artgiano è stata appresa con stupore", afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, "Si ritiene - aggiunge - che si tratti di un problema interpretativo e formale". Tanto che, conclude, "i responsabili dello Ior ritengono di poter chiarire tutta la questione al più presto nelle sedi competenti".

Le nuove operazioni sospette sulle quali i magistrati stanno indagando risalgono rispettivamente al novembre 2009 ed all'ottobre dello stesso anno e riguardano assegni per 300 mila euro incassati su un conto dello Ior presso un'agenzia Unicredit e un prelievo di 600 mila euro da un conto aperto in Intesa San Paolo e intestato a un sacerdote.

Delle operazioni si parla nei documenti consegnati la scorsa settimana al tribunale del Riesame dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal pm Stefano Rocco Fava, in vista della discussione del ricorso dello Ior. Gli inquirenti ritengono che la documentazione possa dimostrare che la Banca Vaticana abbia un 'modus operandi' che viola da tempo la normativa vigente in materia di antiriciclaggio.

In particolare, dai documenti emerge che il quadro accusatorio attribuito al presidente Ettore Gotti Tedeschi e al direttore generale Paolo Cipriani è più complicato di quello che si pensava in un primo momento. Anche in questi casi, a segnalare le anomalie alla procura è stata l'unità informazioni finanziarie (Uif) della Banca d'Italia.

L'operazione relativa ai 300mila euro incassati dallo Ior su un conto Unicredit sono stati negoziati con una persona che si è presentata come Maria Rossi, e che è stata indicata dalla banca come la madre di un reverendo, titolare del conto. Dalle indagini è tuttavia emerso che quei soldi provengono da fondi di una banca di San Marino e che quello di Maria Rossi è un nome fittizio.

Un mese prima, a ottobre del 2009, presso una filiale di Intesa SanPaolo sarebbe avvenuto un prelievo di 600mila euro in contanti senza che lo Ior ne avesse indicato la destinazione. Alla richiesta di delucidazioni da parte della banca, lo Ior avrebbe replicato che i soldi servivano per missioni religiose senza fare riferimento alla natura e allo scopo dell'operazione.

La Uif ha comunicato alla procura che, nel solo 2009, sul conto aperto presso Intesa SanPaolo sono stati movimentati 140 milioni di euro in contanti. Tra i beneficiari dei bonifici c'è anche don Evaldo Biasini, economo della congregazione dei missionari del Preziosissimo Sangue di Gesù, già coinvolto nell'inchiesta della procura di Perugia sui lavori per il G8 della Maddalena e sugli altri eventi affidati alla Protezione Civile. Secondo i pm perugini, don Evaldo era il custode dei fondi neri dell'imprenditore Diego Anemone.
maroz78
00mercoledì 20 ottobre 2010 15:32
cloro al clero
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