Re: Re:
Angle 4ever, 12/15/2010 11:31 PM:
Ok, ho letto alcuni degli spunti di quel link e li ho trovati interessanti, mi informerò a riguardo.
Sono d'accordo sul non classificare le persone in base all'intelligenza o a tratti somatici, poichè l'intelligenza è una "caratteristica" che io ritengo essere piuttosto ampia e non misurabile tramite un punteggio ed una dimensione.
Però mi viene difficile pensare che, seppure il corredo genetico abbia una variabilità infinitesimale, io sia uguale a te. Probabilmente è un mio limite mentale, ma penso che due persone possano essere "uguali" forse solo fino al momento della nascita, in cui non sono ancora stati influenzati dalla vita che avranno.
Il mio cervello penserà sempre in modo diverso rispetto al tuo, il mio corpo reagirà in maniera diversa a certi stimoli e/o attacchi rispetto al tuo.
Probabilmente leggendo il libro risolverei molto dei dubbi, ma attualmente non lo possiedo, quindi penso me lo comprerò. Però per ora sono piuttosto dubbioso a riguardo.
Se prendessi un uomo di Cro-Magnon e lo crescessi nel 2010, non saresti assolutamente in grado di distinguerlo da un qualsiasi altro essere umano (A meno che tu non ti renda conto che ha il cervello più grande del tuo).
Gli esseri umani sono tutti uguali, c'è una natura umana, e le uniche differenze sono sociali e culturali.
Cioè, gente, allora, mettiamo in chiaro una cosa:
Testo nascosto - clicca qui
Questo è l'albero della vita. In alto a sinistra in un angolino vedete gli animali. Quelli siamo noi. Le distanze dell'albero non sono messe a caso. Rappresentano la distanza genetica: tanto più due ordini sono distanti, tanto più sono dissimili, e tanto più è lungo il ramo finale, tanto più esso è vario. Vedete quanto cazzo è corto il nostro ramo ?
Questo ci insegna due cose: che il mondo appartiene hai batteri, e non a noi (E non a caso su di voi e dentro di voi ci sono 10 volte tante cellule batteriche che cellule vostre. No, non scherzo) e che chi ha cerca una pretesa biologica nel razzismo è un pazzo.
Per l'amor del cielo, gli esseri umani condividono più del 50% del DNA con LE BANANE!
Riguardo al tuo altro dilemma, avevo fatto un altro post per un'altra questione che comunque mi sembra rilevante:
Partiamo da 4 premesse:
I: La scienza cognitiva dimostra che il mondo mentale può essere radicato nel mondo fisico tramite i concetti di informazione, computazione e feedback; Ci dice anche che da un numero finito di programmi combinatori nella mente può essere generata una gamma di comportamenti infinita e che a variazioni superficiali fra una cultura e l’altra possono essere sottesi meccanismi mentali universali.
II: La neurobiologia dimostra come l'anatomia globale del cervello è in gran parte modellata dai geni nel normale sviluppo prenatale.
III: La genetica comportamentale, che con esperimenti su gemelli monozigotici (cresciuti anche separatamente) e «virtuali» (cioè bambini adottati ma cresciuti insieme nello stesso ambiente) ha mostrato come differenze mentali e comportamentali possano derivare da differenze genetiche.
IV: Psicologia evolutiva e biologia evolutiva ci mostrano come la mente è il risultato di selezione darwiniana, è inevitabilmente non sarà infinitamente malleabile come non lo è nessun prodotto del processo evolutivo, che costruisce sul materiale contingente che ha.
Se accetti queste premesse, allora devi ammettere che esiste un limite a quanto la società può cambiare l'uomo. Se non le accetti, devi spiegarmi perché. La cultura è come un software, che può essere sofisticato quanto ti pare, ma è ad ogni modo limitato dall'hardware su cui viene elaborato.
Anzi, un esempio migliore può essere un torrente: sul breve periodo esso è limitato nei suoi movimenti dal suo letto, ma sul lungo è il fiume stesso a plasmare la sua strada.
ammettere che esiste una natura umana significa semplicemente ammettere la realtà dei fatti: non possiamo permetterci di crederci arbitrario prodotto della cultura almeno quanto non possiamo crederci totalmente codificati nella natura.