Disoccupazione record dal 2004

AtomBomb
00martedì 21 dicembre 2010 13:25
Il 24,7% dei giovani senza lavoro

A ottobre il tasso tocca l'8,7%, in aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente. Rispetto al dato trimestrale c'è invece un lieve miglioramento. Forte riduzione dell'occupazione a tempo pieno, non adeguatamente compensato da quella a tempo parziale. Aumentano gli 'inattivi', soprattutto nel Mezzogiorno

ROMA - Il tasso di disoccupazione ad ottobre è cresciuto all'8,7% dall'8,4% di settembre. Lo comunica l'Istat, aggiungendo che si tratta del valore più alto dall'inizio delle serie storiche mensili, ovvero dal gennaio 2004 (il precedente dato, che stimava il tasso di disoccupazione, sempre in base a dati destagionalizzati, pari all'8,6%, è stato rivisto al rialzo). Nella media del terzo trimestre il tasso di disoccupazione risulta invece pari all'8,3% con un calo di un decimo di punto rispetto al secondo e un aumento di tre decimi rispetto allo stesso periodo del 2009. Si tratta della prima discesa a livello congiunturale dopo sette trimestri di crescita. Nessuna discesa però per il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che mostra ancora una crescita a livello tendenziale e nel terzo trimestre raggiunge il 24,7%. Il tasso tocca un massimo del 36% per le donne nel Mezzogiorno.

Nel terzo trimestre del 2010, rispetto allo stesso periodo dell'anno prima, il numero di occupati è sceso di 176 mila unità. Su base tendenziale si registra così un calo dello 0,8%, mentre su base congiunturale dello 0,2%. Quanto al numero delle persone in cerca di occupazione, nel terzo trimestre del 2010 raggiunge quota 2.068.000 unità, in crescita del 3,1%, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, ma in flessione del 1,7% rispetto al secondo trimestre.

L'Italia divisa in due. Nel terzo trimestre 2010 il numero di occupati, al netto dei fattori stagionali, risulta pari a 22.811.000 unità, in calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. A fronte della significativa discesa nel Mezzogiorno e, in misura più ridotta nel Centro, l'occupazione rimane stabile nel Nord. La riduzione congiunturale dell'occupazione riguarda soprattutto l'agricoltura e l'industria. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sempre in termini destagionalizzati, il numero di occupati scende invece di 176.000 unità (-0,8 per cento). Anche in termini tendenziali il calo dell'occupazione riguarda in particolare il Mezzogiorno.

Situazione opposta al nord, dove il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2.068.000 unità nel trimestre, con una flessione dell'1,7% (-36.000 unità) rispetto al periodo precedente. La discesa congiunturale della disoccupazione si concentra nelle regioni settentrionali. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente il numero dei disoccupati sale invece del 3,1% (+61.000 unità).

Tasso di occupazione. Il tasso di occupazione 15-64 anni è pari al 56,7%, con una flessione di otto decimi di punto percentuale rispetto al terzo trimestre 2009. L'indicatore scende al 67,6% (-1,2 punti percentuali su base annua) per gli uomini e al 45,8% (-0,3 punti percentuali) per le donne. Dopo la discesa intervenuta dal primo trimestre del 2009 al secondo trimestre 2010, il tasso di occupazione degli stranieri rimane pressoché stabile su base annua, posizionandosi al 63,7% (63,8% nel terzo trimestre 2009). Il risultato sintetizza un accrescimento dell'indicatore tra gli uomini (dal 77,7 al 78,3%) e una persistente flessione tra le donne (dal 51,0 al 50,2%).

Si riduce l'occupazione a tempo pieno. Se nella fase più aspra della crisi le imprese avevano tagliato soprattutto i lavoratori con contratto atipico, adesso si passa ai contratti a tempo indeterminato. Infatti nel terzo trimestre 2010 il numero degli occupati a tempo pieno registra una riduzione tendenziale dell'1,6% (-316.000 unità). Il risultato è determinato sostanzialmente dall'accentuata discesa dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato (-349.000 unità), in particolare nelle imprese più grandi della trasformazione industriale e in quelle di più ridotta dimensione del commercio, non compensata dal moderato aumento dell'occupazione autonoma a tempo pieno (+40.000 unità). Dopo la discesa intervenuta nel corso del 2009, gli occupati a tempo parziale continuano tuttavia a segnalare ritmi di crescita significativi (2,9%, pari a 94.000 unità in più rispetto al terzo trimestre 2009). L'incremento è dovuto esclusivamente al part-time di tipo involontario, ossia ai lavori accettati in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno. L'aumento interessa i dipendenti, soprattutto negli alberghi e ristorazione e nei servizi alle famiglie.

Aumentano anche gli 'inattivi'. Nel terzo trimestre 2010 il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni (ovvero la percentuale di chi non ha lavoro e non lo cerca) si attesta al 38,6%, sei decimi di punto in più rispetto a un anno prima. Il numero di inattivi risulta in crescita, rispetto allo stesso periodo del 2009, nell'insieme del territorio nazionale. Nel Nord (+2,2%, pari a 120.000 unità) l'incremento, più sostenuto rispetto al recente passato, interessa entrambe le componenti di genere, mentre nel Centro (+1,3%, pari a 35.000 unità) l'aumento si concentra nella sola componente maschile. In entrambe le ripartizioni si tratta soprattutto di giovani impegnati in un percorso di istruzione e di adulti in attesa dei risultati di passate azioni di ricerca. Nel Mezzogiorno, il numero di inattivi, già in crescita nei precedenti trimestri del 2010, registra un'ulteriore espansione, manifestando una variazione tendenziale del 2,2%, pari a 149.000 unità in più rispetto al terzo trimestre del 2009. L'aumento è dovuto in buona parte al riproporsi di fenomeni di scoraggiamento, ovvero di rinuncia alla ricerca di un impiego.
Our lady peace
00martedì 21 dicembre 2010 13:31
Dai che c'è abbastanza freddo in tutta Europa per continuare a non dire un cazzo.
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