Banca d’Italia: Il 45% della ricchezza in mano al 10% delle famiglie

AtomBomb
00lunedì 20 dicembre 2010 11:20
Il 45% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane alla fine del 2008 è in mano al 10% delle famiglie. La ricchezza lorda delle famiglie italiane alla fine del 2009 è stimabile in quasi 9.500 miliardi di euro, quella netta in 8.600 miliardi, corrispondenti a circa 350 mila euro in media per famiglia. Lo scrive la Banca d’Italia nel supplemento al Bollettino Statistico “La ricchezza delle famiglie italiane – 2009” in cui si evidenzia come alla fine del 2009 la ricchezza netta è stata pari a 8,2 volte il reddito disponibile lordo delle famiglie. Alla fine del 2008, ultima data per cui è possibile effettuare un confronto internazionale completo e omogeneo, in Italia la ricchezza netta era risultata pari a 7,8 volte il reddito disponibile lordo delle famiglie, valore in linea con quello della Francia (7,5) e del Regno Unito (7,7), lievemente superiore a quello del Giappone (7) e significativamente superiore a quello degli Stati Uniti (4,8).

ROMA - Il 45% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane alla fine del 2008 è in mano al 10% delle famiglie. E' uno dei dati contenuti nel rapporto su "La Ricchezza delle famiglie italiane" elaborato dalla Banca d'Italia. La metà delle famiglie italiane, quelle a basso reddito, detiene solo il 10% della ricchezza complessiva. Intanto, nel primo semestre del 2010, sempre secondo la Banca centrale, la ricchezza netta delle famiglie è diminuita dello 0,3 per cento in termini nominali. Il calo è dovuto "a una diminuzione delle attività finanziarie e a un aumento delle passività, che hanno più che compensato la crescita delle attività reali".


Il ‘patrimonio immobiliare’ delle famiglie italiane – continuna l’analisi di Bankitalia – alla fine del 2009 era era stimabile in circa 4.800 miliardi di euro, con un aumento in termini reali dello 0,4 per cento rispetto a un anno prima. tuttavia, sempre alla fine del 2009 le passività finanziarie delle famiglie italiane erano costituite per circa il 41 per cento da mutui per l’acquisto dell’abitazione. Tra la fine del 2008 e la fine del 2009 il valore di questi mutui è aumentato del 2 per cento, meno che nell’anno precedente (5 per cento). Un dato di rilievo è rappresentato dal basso indebitamento delle nostre famiglie. Da un confronto internazionale emerge come alla fine del 2008 l’ammontare dei debiti fosse pari al 78 per cento del reddito disponibile lordo: in Germania e in Francia tale valore era pari a circa del 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone al 130 per cento. Se nel 2009 è proseguita la ricomposizione dei portafogli delle famiglie verso forme di investimento più liquide, quali i depositi in conto corrente, le attività reali – osserva Bankitalia – le attività reali rappresentavano il 62,3 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie il 37,7 per cento. Le passività finanziarie costituivano il 9,1 per cento delle attività complessive

La Ricchezza delle Famiglie Italiane - Link PDF

La distribuzione della ricchezza è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione:
molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza; all’opposto, poche famiglie
dispongono di una ricchezza elevata. Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza –
desunte dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane indicano che alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10 per
cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva quasi il 45 per cento della
ricchezza complessiva. L’indice di Gini, che varia tra 0 (minima concentrazione) e 1 (massima
concentrazione), risultava pari a 0,613, sostanzialmente in linea con quello osservato nel 2006.
Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 pari al 3,2 per cento,
risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi (Tav. 4A). Secondo le stime
disponibili, nel confronto internazionale l’Italia registra un livello di disuguaglianza della
ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati
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Ma noi non siamo un paese economicamente ottocentesco [SM=x54480]

E' così in tutti i paesi capitalisti, ma il capitalismo è un sistema giusto [SM=x54480]
Dead Man Drinking
00lunedì 20 dicembre 2010 11:47
gli operai continuano a votare lega... [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496]
Scoundrel
00lunedì 20 dicembre 2010 16:34
Re:
Dead Man Drinking, 20/12/2010 11.47:

gli operai continuano a votare lega... [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496] [SM=x54496]




Credo però lo facciano,perché in Piemonte e Lombardia è la lega ad essere più presente,purtroppo.
Inoltre ragionare con la pancia è molto più semplice che con il cervello.
Comunque,come dice Atom,ciò dimostra,ancora una volta,come il capitalismo sia un sistema errato.
AtomBomb
00lunedì 20 dicembre 2010 16:46
Re: Re:
Scoundrel, 20/12/2010 16.34:




Credo però lo facciano,perché in Piemonte e Lombardia è la lega ad essere più presente,purtroppo.
Inoltre ragionare con la pancia è molto più semplice che con il cervello.
Comunque,come dice Atom,ciò dimostra,ancora una volta,come il capitalismo sia un sistema errato.



E' un mix delle due cose, sia perché è l'unico partito che si fa vedere, sia perché fino a qualche anno fa anche un operaio stava moderatamente bene, quindi non percepiva il pericolo del padrone, ma percepiva come pericolo la sicurezza, il delinquente, l'immigrato criminale, l'immigrato che ruba il lavoro.
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