The Rabbit Killer
00sabato 16 dicembre 2006 02:51
Posto un "articolo" di un sito, di cui metterò la firma alla fine..
Spero si possa fare, è un grande problema, magari a qualcuno, come a me, è successo di avere avuto a che fare con persone che hanno vissuto questo dramma:
PICCOLE DONNE CHATTANO di Teresa Ciabatti
“Non lo sopporto!”
“Addirittura?”
“Dieci al giorno, mi soffoca!”
“Innamorato.”
“E chi se ne frega” mi risponde Sara, 16 anni.
“Dovresti essere felice di un ragazzo così premuroso”.
Sara, seduta sul letto, sta pettinando con una spazzola rosa il ciuffo di Britney Spears. Il suo cane. Uno schitztu bianco e nero.
“All’inizio lo amavo. Colpo di fulmine” Continua.
“Da quanto state insieme?”
“Cinque giorni”.
“E perché non lo ami più?”
Sara fa la codina a Britney Spears. Le mette un nastrino rosa.
Britney Spears dorme in camera sua. Ha una cuccetta con una coperta rosa a fiori lilla e tantissimi giocattoli di gomma.
“Per un sacco di tempo – risponde Sara - tipo un mese, lo amavo. Lui non mi si filava. Nemmeno si era accorto che esistevo. Poi a una festa mi ha baciato e quella è stata la fine”.
Britney Spears salta giù dal letto e corre alla porta. Vorrebbe uscire. Sara va a riprenderla e se la riporta sul letto.
“Fuori una macchina la può mettere sotto. Nella cuccetta invece non le succede niente” Mi spiega.
“Perché dopo il bacio è finita?”
“Cinque telefonate al giorno, dieci sms, insomma, mi sono disamorata, capita, no?”
Capitava anche a noi. Amare solo chi non ci voleva. Quelli a cui piacevamo erano delle merde.
Tranne poi, dieci anni dopo, guardare le foto di classe e scoprire che erano carini. E ricordarsi che erano anche intelligenti e simpatici.
Eravamo proprio sceme!
Anche loro lo sono.
Chissà perché da adolescenti non si vedono mai le cose nel modo giusto.
Sara, 16 anni, studentessa, Roma. Altezza 1 e 70, peso 41 chili.
Il corpo.
Il nodo è lì. Il nostro corpo non ci piace.
Si chiama “dismorfofobia”. È il termine scientifico per indicare quel modo di vedersi deformati. Bruttissimi e grassissimi.
“5 chili di merda. Non chiedo tanto, puttanaeva. È possibile che solo io non ci riesca?! Giuro, 5 chili. 5 chili mi separano dalla felicità”.
Dice Extasi (nickname dietro cui si nasconde una ragazza di 18 anni, altezza 1.65, peso 41 chili).
Si è cominciato a parlare seriamente di anoressia e bulimia a metà anni 80.
Una delle colpe maggiori si è attribuita ai modelli proposti da moda e tv: ragazze magrissime.
Vista la quantità di ragazze malate di anoressia, è cominciata la battaglia. Chiari messaggi sui media contro l’anoressia.
Sono nate stiliste per taglie forti (Marina Rinaldi e Elena Mirò). Hanno cominciato a esistere modelle oversize.
Ma ancora non ci siamo. Entrando in un negozio di Marina Rinaldi e Elena Mirò capisci che il target a cui si rivolgono è quello delle ultra cinquantenni.
Si è provato a proporre un “contromodello” di bellezza: la chiamano Donna mediterranea.
Sui giornali scrivono: “loro sono fiere dei chili in più. Mangiano di tutto e rinunciano alla dieta”. Dove loro sono Monica Bellucci, Manuela Arcuri e Sabrina Ferilli.
Se quelle sono le cicciotelle, chi sono le magre? A partire da questi parametri l’adolescente dovrebbe riconsiderare i propri concetti di magro e grasso?
Ancora non ci siamo.
Le Veline continuano a essere magrissime. Le Letterine anche.
Il prototipo di donna vincente è magro.
Victoria Adams (ex Posh Spice), quaranta chili.
Piena di vestiti (lei detta la moda alle giovanissime). Scarpe, gioielli. Sorridente. Felice. Piercing all’ombelico. Tatuaggio sulla schiena.
Ha sposato David Beckam. Il calciatore più bello del mondo.
Jennifer Aniston, quarantadue chili.
Piena di vestiti. Scarpe, gioielli. Sorridente, felice.
Ha sposato Brad Pitt.
Ve la ricordate qualche anno fa in “Friends”? Al massimo tre chili in più del peso forma.
È dimagrita (quindici chili circa).
Ha sposato Brad Pitt.
Lui le ha regalato un brillante da un milione di dollari.
Poi Brad Pitt ha incontrato Angelina Jolie. Sì, più bella della Aniston, ma se vogliamo essere precisi anche più magra (trentanove chili).
E proprio lei, la Jolie, insieme a Winona Ryder, è la protagonista del film cult “Ragazze interrotte”.
Da un’indagine fra le adolescenti anoressiche è risultato proprio questo il loro film preferito. Il modello psicologico e comportamentale a cui s’inspirano.
Sara mi spiega che tanti medici le definiscono, nelle diagnosi, borderline. Le ragazze interrotte sono una “categoria dell’anima”, mi dice.
È curioso come nessuna di loro faccia riferimento al finale del film. Per tutte finisce molto prima: quando le protagoniste tornano in clinica. Alla loro vita nel “guscio”. Lì possono essere davvero libere. Lì è solo un’impressione che lo spazio sia limitato. Basta avere le chiavi e si aprono i sotterranei. Immensi.
Senza una rielaborazione del messaggio del film, c’è il rischio di prendere un significato quasi contrario: la cosa migliore è chiudersi in sè stesse. Medici, genitori e adulti sono i nemici. Loro sono dalla parte della follia. Al di qua, dalla parte delle ragazze, il mondo piccolo, protetto e buono.
“l’emozione del digiuno totale, dello svenire di colpo, dell’effetto di bicchieri di aceto e succo di limone a stomaco vuoto, del correre fino allo svenimento fisico, degli effetti da eccesso di caffeina e chi lo sa, se siete fortunati, anche la morte” dice 38pesoperfetto (nickname di una ragazza di 17 anni, 1.70 cm, 39 chili)
L’allarme arriva dall’America.
Sono nati molti siti di “amiche ana” (così si chiamano tra loro). Qui appaiono le foto delle modelle da imitare, e le foto sbeffeggiate delle ciccione. Sotto la scritta: “se mangi diventi come lei!”
Ecco la novità: in questo modo si crea una “rete di sostegno”, una vera e propria comunità di malattia che prende il sopravvento sulla famiglia e sui medici.
Il gruppo fortifica.
Diventa più facile rimanere sulle proprie idee con il sostegno di trenta, cento amiche che fanno il tifo per te (“Non cascare nei LORO tranelli”; “LORO vogliono solo farti diventare brutta”).
In America si è alzata l’attenzione. Fenomeni del genere devono essere stroncati sul nascere. Il giudizio è senza appello: sono pericolosissimi. Vanno chiusi.
Sui giornali ci assicurano che in Italia non c’è niente del genere. Se appaiono blog pro anoressia i server, sempre attenti, li chiudono immediatamente.
Non è così. I blog ci sono, ma ben nascosti. Per trovarli, devi avere un tramite che può essere solo un’adolescente blogger ana. Nel mio casa, Sara.
Trovato il primo, arrivi anche gli altri, perché sono tutti linkati tra loro. È un circuito di trenta ragazze.
Il blog che mi indica Sara ha il nome di un fiore:
“Questo è un blog “a più mani” di ragazze con una filosofia pro-ana. ANA NON E’ UNA MALATTIA, ma una filosofia. Un modo di vivere, un modo di vedere le cose di questo mondo. In particolare, per chi fa parte di questo blog, Ana è la filosofia di magrezza. Perché la vera essenza della magrezza è LA BELLEZZA”.
Queste sono le prime parole che trovi aprendo il blog col nome di fiore.
Di seguito c’è una scheda della blogger:
“16 anni, lunatica, borderline, filosofa, rissosa, dolcissima, capelli neri, occhi scuri, 1.66 cm, 40 kg”
Poi i link:
1) foto top model
2) ricette dietetiche
3) curiosità alimentari
4) calcolo del bmi2
5) calcolo del bmi3
6) calcolo fabbisogno calorico
7) calcolo massa corporea.
Nel primo link (foto top model):
Adriana Lima, Briget Hall, Christy Turlington, Elsa Benitez, Eva Herzigova, Heidi Klum, Lujan Fernandez, Giselle Bundchen, Molly Sims, Patricia Velasquez, Petra Nemcova, Valeria Mazza, Yamila Diaz.
A guardare attentamente c’è qualcosa che non torna. La Bundchen è stata magra, ma mai così. La Bundchen è bella. Quella che vedi nella foto sembra malata. Per le altre la stessa cosa. Che succede?
Semplice: immagini ritoccate con photoshop.
“1 kg in 4gg! Avrei potuto fare di meglio, ma per ora prendiamolo per buono!
Ho preso il lassativo stasera. Domani mattina devo essere assolutamente 500 gr in meno! Vi voglio un mondo di bene! SCRIVETE!” (Libellula, 19 anni, 1.70 cm, 42 chili, ballerina).
“40.3!!! (applausi!) Voglio diventare bellissima e vincente. Se ne pentirà, mi rimpiangerà, mi rivorrà e io sono forte e decisa nel no. V.V.T.T.T.B”. (Piccola87, 17anni, 1.63 cm, 40 chili)
“Vado in palestra tutti i giorni, un’ora al giorno, ma non c’è niente da fare. Non sono obesa, lo so, e non ho nemmeno problemi con l’altro sesso, insomma piaccio, ma a me no. Cmq ho fatto il calcolo delle calorie basali che dovrei assumere e sono 1525. Cazzate dei medici. Loro ti fanno sempre sbagliare. Secondo i miei calcoli dovrei stare sotto le 300 calorie al giorno. Mi sai dire dove posso trovare le calorie dei cibi?” (Leggera, 18 anni, 1.73 cm, 39 chili)
“Sono un maiale schifoso”. (38pesoperfetto 17, 1.65 cm, 39 chili)
“Tutti mi dicono che sono perfetta, io mi sento un elefante in costume, cerco di guardarmi il meno possibile e faccio progetti di diete e palestre. Meno male che ci siete voi. Un mare di baci. Vi voglio bene!!!” (Delizia 16 anni, 1. 61 cm, 42 chili)
“Non so se essere lievemente soddisfatta per aver sfiorato (ieri) i 35 kg o essere delusa e sconfortata perché evidenti cambiamenti non si notano. Nervosismo perché i miei piani sono sempre in qualche modo compromessi da mia madre. Comincia il countdown per l’inizio della scuola e anche per l’inizio delle lezioni di danza. Ce la farò? Non ce la farò? V.V.T.B!” (Interrottagirl, 15 anni, 1.69 cm, 35 chili)
“Oggi, dopo due anni, mi sono tornate le mestruazioni. Non capisco perché. Eppure non sono ingrassata, peso sempre 37 chili. Però ho qualcosa di diverso in faccia. Sembro più felice”.
(Bimba84, 19 anni, 1.67 cm, 37 chili)
“Sai che una mia compagna di classe perde un etto ogni volta che ce le ha? Forse su di noi non vale perché lei è grassa. Però qualcosa dovrebbe succedere. È sempre qualcosa che perdi dal tuo corpo. Bimba, T.V.B, non te lo dimenticare!” (interrottagirl, 15 anni, 1.69 cm, 35 chili)
“Oggi riflettevo sul fatto che mi vesto da far schifo. Poco femminile e poco carina. È come se lo facessi apposta a imbruttirmi, ma non capisco perché. Inoltre questa cosa m’infastidisce perché non è da me. C’è un demone dentro di me, credo. Il demone della bruttezza che si è impossessato di me. Che mi fa star ben rintanata in casa e che quando esco mi fa apparire come una palla rotolante e insignificante. Vi voglio un mondo di bene. Kiss kiss!” (Libellula 19 anni, 1.70 cm, 42 chili)
Leggendo i vari interventi, le ossessioni si ripetono.
Obiettivo comune: 38/36 chili. Il cammino per arrivarci prevede degli step precisi:
1) sparizione seno
2) scomparsa mestruazioni
3) caduta peli / poca ricrescita.
Questi momenti rappresentano delle vittorie. Il segnale che sei sulla strada giusta.
Le ragazze si scambiano consigli e trucchi (lassativi, succo di limone a stomaco vuoto, aceto a stomaco vuoto e altro). Quello che poi si ricordano di continuo è non mangiare e fare tantissimo movimento per bruciare le calorie.
Su trenta che ho letto, cinque fanno danza classica.
Somiglianze impressionanti fra loro ci sono anche nei rapporti col mondo esterno.
Tutte parlano della mamma. La mamma che le vuole far mangiare. La mamma che le vuole far diventare brutte.
Il rapporto con la madre è il più conflittuale. Quello con i maschi è evitato. Perché significa sesso e sesso significa corpo.
Se fanno sesso, si sentono subito sporche. Disprezzano profondamente chi prova attrazione fisica per loro. Loro sono brutte. Sono grasse. Goffe. Storte. Asimmetriche. Curve. Vomitevoli. Schifose. Enormi. Minuscole. Stanche. Nulle. Loro sono niente.
E gli altri lo devono capire.
Sesso significa anche futuro. Significa essere grandi e va contro quella loro pulsione, più istintiva che razionale, di tornare all’infanzia. Tutte ricordano l’infanzia come il momento più felice della loro vita. (“Vorrei svegliarmi e trovarmi dentro un corpo piccolissimo. Tornare indietro e avere di nuovo 5 anni.” Dice Leggera, 18 anni, 1.73 cm, 39 chili)
Questo desiderio di tornare indietro è mostruosamente espresso dal nuovo “test” in voga fra le amiche ana (mi rivela Sara): shopping alla 012. Se ti entrano magliette e pantaloni per bambini da 0 a 6 mesi, sei ok. Hai raggiunto il peso perfetto.
38pesoperfetto dice:
“Mamma ha comprato le Gocciole. Ha aperto il pacco e le ha messe nella biscottiera senza dirmi nulla. Stamattina me ne ha messe un po’ in un piattino, davanti al tè, mentre facevo colazione.
Non le ho prese. Mamma ha preso una Gocciola, l’ha intinta nel caffellatte, solo a metà, ha morso la parte ammorbidita. Ha masticato lentamente. Poi ci ha ripensato. Ha preso le Gocciole e le ha ributtate nella biscottiera.
Poi è andata a lavoro.
Io ho mangiato tutte le Gocciole inzuppate in una ciotola da un litro di caffélatte. Le ho vomitate fino a sputare sangue. Mi sono lavata i denti, pettinata, vestita e sono andata al supermercato a comprare un altro pacco di Gocciole e un altro litro di latte, perché non si accorgesse di nulla. Sono tornata a casa, ho aperto le Gocciole, le ho messe nella biscottiera e ne ho mangiata una. A bruciapelo.
Le ho mangiate tutte, con il latte freddo bevuto dal cartone. Troppo ansiosa di riempire il buco che ho dentro per aspettare che il latte fosse caldo.
Ho vomitato tutto: Gocciole, latte, acido e pezzettini del mio stomaco e del mio esofago.
Gli occhi gonfi come lampioni, mi sono ri-lavata i denti, ri-pettinata, e sono ri-andata al supermercato a comprare un altro pacco di Gocciole e un litro di latte. Sono tornata a casa. Ho aperto le Gocciole, le ho messe nella biscotteria e ne ho mangiata una. Meccanicamente: animale senza controllo.
Ho chiuso la biscottiera, di scatto. Sono andata in bagno.
Ho vomitato acqua, acido e sangue. Non la Gocciola. Rabbia.”
Eppure c’è qualcosa in questi diari “storti” che funziona. Leggendoli con attenzione giorno dopo giorno, mese dopo mese.
Le ragazze si specchiano l’una nell’altra e vedono quanto i loro mondi siano simili.
Attraverso l’altra (speculare) riescano veramente a vedersi.
Nascoste dietro al nickname, si dicono tutto. Anche quello che non dicono agli psicoterapeuti che le seguono (come ammette Libellula più volte). Ogni tanto c’è qualcuna che cambia idea. Che dice che non ce la fa più e vuole uscirne. Qualcuna che racconta (come è successo a Leggera il 10 settembre) di essere stata ricoverata in ospedale perché per due giorni di seguito ha vomitato. Non riusciva a smettere. Ma non aveva mangiato niente. In ospedale le hanno fatto le flebo. (uno di questi blog pro-ana si è trasformato di recente nel suo contrario).
E post dopo post, qualcosa si modifica. Piccole frasi.
Una minima spinta alla vita che scovi nella reiterazione quasi ossessiva dei saluti a fine commento: “vi voglio un mondo di bene; senza di voi non so cosa farei; vi ho pensato; kiss kiss; t.v.b; un mare di baci; v.v.t.t.t.b.!; io ci sono, non te lo dimenticare MAI!; Smack!”
“… oggi c’è stato il funerale di Marco. Lei ha pianto. Era l’amore della sua vita e ora non c’è più. Anche se lui quando ha smesso di respirare era leggero come una farfalla. Come mio padre che pesava quanto peso io adesso. Cioè molto poco”.
(Stella segreta21 anni, 1.68 cm, 37 chili)
“Vorrei essere la cosa più piccola nelle braccia di qualcuno”
(Leggera, 18 anni, 1.73 cm, 39 chili)
“Credo che un giorno morirò così. V.V.T.T.B. Kiss!”.
(38pesoperfetto 17, 1.65 cm, 39 chili)
Da: thecityofangels.blog.tiscali.it