Nba nella bufera, è 'Baskettopoli'

Marlon Brando
00lunedì 23 luglio 2007 00:01
Fbi indaga su arbitro 'scommettitore'
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La Nba, il campionato di basket professionistico americano, è stata travolta da uno scandalo di dimensioni tali da far impallidire la nostra 'Calciopoli'. L'Fbi, stando a quanto riportato dal 'New York Post', avrebbe aperto un'inchiesta su Tim Donaghy, arbitro sospettato di aver diretto gli incontri per favorire le proprie vincite nel mercato delle scommesse clandestine. Ben 130 le partite finite nel mirino degli inquirenti.

Tutto finto, nel classico stile hollywoodiano. Gli Stati Uniti si sono svegliati così, ancora vittime della loro voglia di 'fiction' e di 'american dream'. Si sono affacciati alle porte delle loro case e, dando un occhio distratto e assonnato alla prima pagina del quotidiano piombato di fronte alla soglia, hanno visto i fantasmi: la Nba è un gioco truccato, un balocco senza testa e uno spettacolo con un copione preordinato. Un incubo già vissuto in passato, sui prati verdi e le montagnole della Mayor League di baseball, quando Pete Rose, manager dei Cincinnati Reds, fu radiato per aver scommesso sulle vittorie della propria franchigia. Un brutto sogno che i puritani d'Oltreoceano speravano di non dover più guardare in faccia.

Invece, stavolta la strega di turno da mettere al rogo è l'arbitro Tim Donaghy. Con il suo fischietto avrebbe pilotato i risultati di oltre 130 incontri in due anni, al fine di poter riscuotere le vincite delle puntate sul mercato delle scommesse clandestine. Un accusa, quella dell'Fbi, che sconvolge il mondo del basket professionistico e rischia di gettare nel caos l'intero sport a stelle e strisce. La cosa inquietante è che al centro di questo caso ci sarebbe anche la mafia statunitense, con la famiglia Gambino a fare da regista della truffa di Donaghy. I debiti di gioco del fischietto lo avrebbero reso ricattabile e le partite incriminate sarebbero state terreno di guadagni illeciti anche per i criminali italo-americani. Un quadro che lascia l'amaro in bocca a Stern e alla Nba tutta, oltre a tante gatte da pelare. Ai vari Bryant, Nash, James, Wade e compagnia il compito di chiudere il cancello prima che tutto il gregge di appassionati si allontani dai parquet. Nessun dubbio che ce la faranno, nonostante la 'Calciopoli' statunitense porterà mesi di messa al bando e lascerà un senso di fastidio, da ossa infradiciate, nei pressi del cuore di chi credeva, sperava, che l'America fosse un posto senza streghe e fattucchiere.


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Sir peckos
00lunedì 23 luglio 2007 00:17
tutto il mondo è paese e dove girano tanti €€€€€ o $$$$$$ c'è sempre chi magnia!!
NKGB
00sabato 28 luglio 2007 20:05
se ci sono casini mafiosi del genere addirittura in nba, qui davvero mi viene da pensare che non si salvi nessuno, da nessuna parte.
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