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Affare fatto: Liverpool americano
LIVERPOOL (Ing), 6 febbraio 2007 - Per un pugno di dollari. O meglio, per una valanga di dollari. Il Liverpool passa in mano agli americani, ora è ufficiale: l'annuncio è stato dato dal consiglio direttivo del club, che ha ritenuto "leale e ragionevole" l'offerta avanzata nei giorni scorsi dai magnati Gillett e Hicks. Dopo il fallimento della trattativa con lo sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktoum, che avrebbe portato i Reds in mano a un consorzio di Dubai, il lungo tira e molla sul passaggio di proprietà arriva al capitolo conclusivo.
Un comunicato della Borsa di Londra informa che il "board" del Liverpool raccomanda vivamente agli azionisti di accettare la proposta americana: 7.600 euro per ogni quota, per un totale di 266 milioni di euro. Ma l'investimento della coppia di tycoons non si fermerà qui. Ragionando in euro, anzitutto, bisogna aggiungere i 121 milioni necessari per appianare i debiti della precedente gestione.
Poi c'è la questione stadio: il Liverpool ha pronto il progetto per la costruzione di un impianto da 60mila posti a Stanley Park, la cui realizzazione costerà 327 milioni. E lì giocheranno solo i Reds, nessun accordo con l'Everton. Senza contare il budget che il tecnico Benitez e il chief executive Parry avranno a disposizione per la gestione della squadra e le operazioni di mercato. Tirando le somme, Gillett e Hicks sborseranno più di 700 milioni di euro.
I due "paperoni" americani, però, spenderanno i loro dollari a cuor leggero, perché hanno fiutato l'affare. Investire in Premier League, oggi, è un business dal rendimento assicurato. Il calcio in Inghilterra è un'industria perfettamente oliata che produce ricchezza. Negli Usa, i primi ad averlo capito sono stati Malcolm Glazer, proprietario dei Tampa Bay Buccaneers (Nfl) e ora del Manchester Utd, e Randy Lerner, che dopo i Cleveland Browns (Nfl) si è comprato l'Aston Villa. Anche Gillett e Hicks sono già padroni di squadre professionistiche americane: il primo possiede i Montreal Canadiens (Nhl), il secondo i Dallas Stars (Nhl) e i Texas Rangers (baseball).
La prima mossa di Gillett e Hicks, che già un anno avevano tentato un approccio venendo respinti, è stata furba: hanno espresso il loro rispetto per la storia e la tradizione del club, invitando l'ex chairman David Moores ad accettare il titolo di presidente onorario. Moores ha colto al volo l'invito, rivolgendo tra l'altro un appello ai tifosi in cui sottolinea che "il passaggio di proprietà sarà un grande passo in avanti per il Liverpool, che si è assicurato un grande futuro". Parole che forse rassicureranno gli amanti del vecchio Liverpool, e forse no. Ma cambia poco. Anche i tifosi del Manchester Utd scesero in piazza per manifestare contro l'arrivo di Glazer, e ora si godono la loro squadra in vetta alla Premiership. Alla fine, il mitico "You'll never walk alone" risuonerà ancora sulle tribune dello stadio, Anfield o Stanley Park che sia. E pazienza se i nuovi proprietari guarderanno le partite mangiando un hot dog invece di bere il té.