Dove sbaglia la "Riforma Gelmini"??

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tripleH88
00mercoledì 1 dicembre 2010 15:34
Colpito dalle numerose proteste e occupazioni ho cercato di capire "meglio" la riforma dell'università approvata ieri e leggendo i vari punti salienti non mi è sembrata così "distruttiva" come viene descritta dai protestanti.

Ora siccome è possibile che non abbia capito bene i vari punti, soprattutto i tagli tanto attaccati, vorrei sapere se secondo voi è una riforma completamente errata e se si perchè??
Megablast
00mercoledì 1 dicembre 2010 15:37
Da nessuna parte in particolare, chi protesta è un coglione.
AtomBomb
00mercoledì 1 dicembre 2010 15:38
Megablast aveva aperto un topic col testo della riforma, che ora non riesco a trovare [SM=x54501]

Eccolo

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9536727

Mi autoquoto

AtomBomb, 26/11/2010 11.34:

Contrario al Fondo di Merito.

Vanno benissimo le borse di studio, sia pubbliche che private, che non devono essere restituite e devono basarsi su reddito-merito, restituite solo in caso di abbandono degli studi o mancato raggiungimento degli obiettivi (tipo tot esami o una certa media).

I docenti dopo una certa età dovrebbero andare in pensione, e i ricercatori che andrebbero a sostituirli dovrebbero essere selezionati in base alla qualità delle pubblicazioni, ma andrebbe considerata anche la frequenza delle pubblicazioni, questo perché non è possibile avere ricercatori con una pubblicazione in 10 anni, o con diverse pubblicazioni di infima qualità, ma è chiaro che va considerato anche di cosa si occupano, bisognerebbe istituire criteri oggettivi per ogni "materia" e istituire una commissione ministeriale che prenda le decisioni e "dia i voti".

Le attività terze di un docente o di un ricercatore non devono in nessun caso interferire con l'attività primaria nell'Università italiana.

Estendere le attività dei lettori a 5 anni se a tempo pieno, lasciarle annuali solo se sono una serie di conferenze o lezioni straordinarie.

tripleH88
00mercoledì 1 dicembre 2010 15:42
Re:
AtomBomb, 01/12/2010 15.38:

Megablast aveva aperto un topic col testo della riforma, che ora non riesco a trovare [SM=x54501]

Eccolo

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9536727

Mi autoquoto




Grazie

Megablast
00mercoledì 1 dicembre 2010 15:44
Re:
AtomBomb, 01/12/2010 15.38:

Megablast aveva aperto un topic col testo della riforma, che ora non riesco a trovare [SM=x54501]

Eccolo

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9536727

Mi autoquoto





Tra l'altro avevo perso sia la tua che la risposta di rogerio guerrero (per rispondergli, il mio post non era contro chi a 60 è ancora ricercatore, anzi era a favore del poveraccio).
MasslessMeson
00mercoledì 1 dicembre 2010 15:53
@Quelli che nell'altro topic dicevano che le pubblicazioni italiane fanno cagare:

www.slideshare.net/giuseppedn/the-scientific-impact-of-italy

Non dite cazzate.

I grossi problemi sono i tagli micidiali e il blocco del turnover (oltre che la genialata di mettere nelle commissione solo professori ordinari: è così che si ferma il baronaggio, certo...)
Megablast
00mercoledì 1 dicembre 2010 15:59
Re:
MasslessMeson, 01/12/2010 15.53:

@Quelli che nell'altro topic dicevano che le pubblicazioni italiane fanno cagare:

www.slideshare.net/giuseppedn/the-scientific-impact-of-italy

Non dite cazzate.

I grossi problemi sono i tagli micidiali e il blocco del turnover (oltre che la genialata di mettere nelle commissione solo professori ordinari: è così che si ferma il baronaggio, certo...)




Tagli, che comunque son molto limitati, e blocco del turnover non fanno parte del ddl.

Comunque, fonte Sole24ore (noto giornale filogovernativo):

Ecco le principali novità per studenti, docenti e atenei.


Accesso di giovani studiosi. Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. Disco verde alla revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani e alla revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi. Il ddl sancisce poi l'abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti e introduce una nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello. Sì alla riforma del reclutamento, con l'introduzione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3).

Al termine dei sei anni se il ricercatore sarà ritenuto valido dall'ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminerà il rapporto con l'università maturando, però dei titoli utili per i concorsi pubblici. Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre, il provvedimento abbassa l'età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100. Sì anche alla chiarificazione delle norme sul collocamento a riposo dei docenti e alla valutazione complessiva delle politiche di reclutamento degli atenei ai fini della distribuzione del fondo di finanziamento ordinario.


Arriva il codice etico. Ogni ateno dovrà adottare un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del ministero dell'Istruzione.


Arriva un direttore generale. Che sostituirà l'attuale direttore amministrativo. Il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell'ateneo.


Distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e consiglio d'amministrazione. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il cda ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate. Il cda non sarà elettivo, ma responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni. Il presidente del cda potrà essere esterno.


Diritto allo studio e aiuti agli studenti meritevoli. Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.


Docenti in classe. I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti.


Gestione finanziaria. Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra viale Trastevere e Tesoro. Oggi i bilanci delle università non sono chiari e non calcolano la base di patrimonio degli atenei. Con le nuove norme, i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio. Scatta poi il commissariamento e la tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario.


Gli studenti valutano i professori. Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero dell'Istruzione.


Mobilità del personale. Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perché un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico.Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.
Nucelo di valutazione d'ateneo a maggioranza esterna. Oggi molti nuclei di valutazione sono in maggioranza composti da docenti interni. Con le nuove norme, il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.


Possibilità per gli atenei di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili. Oggi università vicine non possono unirsi per razionalizzare e contenere i costi. Con le nuove norme invece ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca.


Reclutamento di giovani studiosi. Il ddl introduce l'abilitazione nazionale come condizione per l'accesso all'associazione e all'ordinariato. L'abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati. Le commissioni di abilitazione nazionale saranno autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri. Ci sarà poi un cadenza regolare annuale dell'abilitazione a professore, al fine di evitare lunghe attese e incertezze e l'attribuzione dell'abilitazione, a numero aperto, sulla base di rigorosi criteri di qualità stabiliti con decreto ministeriale, sulla base di pareri dell'Anvur e del Cun.

Arriva poi la distinzione tra reclutamento e progressione di carriera: basta con i concorsi banditi per finta solo per promuovere un interno. Entro una quota prefissata (1/3), i migliori docenti interni all'ateneo che conseguono la necessaria abilitazione nazionale al ruolo superiore potranno essere promossi alla luce del sole con meccanismi chiari e meritocratici. Messa a bando pubblico per la selezione esterna di una quota importante (2/3) delle posizioni di ordinario e associato per ricreare una vera mobilità tra sedi, oggi quasi azzerata. Procedure semplificate per i docenti di università straniere che vogliono partecipare alle selezioni per posti in Italia.


Riduzione dei settori scientifico-disciplinari. Dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore). Oggi ogni professore è oggi rigidamente inserito in settori scientifico-disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti. Con il ddl, saranno ridotti per evitare che si formino micro-settori che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.


Riorganizzazione interna degli atenei. Riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo. Questo per evitare la moltiplicazione di facoltà inutili o non richieste dal mondo del lavoro.


Scatti stipendiali solo ai professori migliori. Si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell'attività di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.


Sì al passaggio ad associato di 4.500 ricercatori in tre anni. Arriva il disco verde anche alla norma che prevede il passaggio ad associato di 1.500 ricercatori in tre anni.


Stop ai rettori a vita. Un "magnifico" potrà rimanere in carica un solo mandato, per un massimo di sei anni.


Stop a parentopoli. Si prevede che nelle assunzioni per ordinario e associato siano esclusi i consangunei dei professori appartenenti al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata, ma anche di rettori, direttori generale, consiglieri di amministrazione.

Valutazione degli atenei. Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia. Obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero, di tutti i corsi di laurea e di tutte le sedi distaccate per evitare che si creino insegnamenti e strutture non necessarie. Valutazione dell'efficienza dei risultati conseguiti da parte dell'Anvur.

MasslessMeson
00mercoledì 1 dicembre 2010 16:33
Re: Re:
Megablast, 12/1/2010 3:59 PM:




Tagli, che comunque son molto limitati, e blocco del turnover non fanno parte del ddl.




Il blocco del turnover è già in atto con il decreto legge (Sì, decreto legge, non ddl) 31/05/10 n 78; E viene semplicemente confermato dalla riforma gelmini, controlla tu stesso.

Se il 20% in meno all'FFO ti sembra un taglio limitato...





Accesso di giovani studiosi. Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. Disco verde alla revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani e alla revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi. Il ddl sancisce poi l'abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti e introduce una nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello. Sì alla riforma del reclutamento, con l'introduzione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3).




Contratti a tempo determinato al termine dei quali, o vieni assunto come associato, O NON PUOI PIU' FARE RICERCA IN ISTITUZIONI PUBBLICHE, perché il contratto da ricercatore non può essere rinnovato. Il che, combinato al blocco del turn-over, significa amplificare ancora di più la fuga dei cervelli. Tanto avevo già intenzione di andarmene da qui.


Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre, il provvedimento abbassa l'età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100. Sì anche alla chiarificazione delle norme sul collocamento a riposo dei docenti e alla valutazione complessiva delle politiche di reclutamento degli atenei ai fini della distribuzione del fondo di finanziamento ordinario.



Fenomeno che esiste in ogni paese civilizzato. Nei paesi nordici che tanto apprezziamo tutti, i ricercatori hanno tutti contratti a tempo determinato, ma che possono essere rinnovati ad libitum. Non vogliamo avere ricercatori a vita perché non vogliamo persone che dopo 30 anni di carriera le pagano uno sputo, e quindi decidiamo di riversarle, iperqualificate per qualsiasi lavoro che non sia la ricerca, in mezzo alla strada? Sensato, non c'è dubbio.

Il codice etico a me andrebbe pure bene, ma mia sorella (avvocato) dice che tanto è incostituzionale. Andiam avanti:



Arriva un direttore generale. Che sostituirà l'attuale direttore amministrativo. Il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell'ateneo.


Distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e consiglio d'amministrazione. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il cda ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate. Il cda non sarà elettivo, ma responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni. Il presidente del cda potrà essere esterno.



Consiglio d'amministrazione che non è eletto, ma designato dal rettore. Lotta al baronaggio, eh ? Inoltre il senato accademico diventa semplicemente consultivo, il che significa (con gli esterni nel consiglio d'amministrazione, poi) ancora meno fondi alla ricerca di base, dal momento che non c'è modo di far pressione ed è il cda che ha la gestione finanziaria e programmativa sulla ricerca.



Diritto allo studio e aiuti agli studenti meritevoli. Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.





Docenti in classe. I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti.



Questa è teoricamente una cosa buona, ma c'è sempre il problema della prassi: cosa fai, metti un docente di parassitologia a fare corsi per cui non è qualificato, visto che il suo corso è solo da 80 ore ? Non gli puoi lasciar cercare una cura per la malaria in pace nelle restanti 1420 ore annue? Bisogna fargliene fare per forza 270 di tutoraggio ?


Gli studenti valutano i professori. Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero dell'Istruzione.



L'unimi già lo fa (senza tirare di mezzo il ministero, e non cambiando i fondi all'università ma i "premi" ai professori. Anche perché con questo sistema centralizzato, se un professore barone non fa un cazzo, è capace di ciulare i fondi extra che dal ministero arrivano per il professore bravo e farsi comunque i suoi porci comodi)




Mobilità del personale. Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perché un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico.Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.
Nucelo di valutazione d'ateneo a maggioranza esterna. Oggi molti nuclei di valutazione sono in maggioranza composti da docenti interni. Con le nuove norme, il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.




Questa è cosa buona e giusta, sempre che si riesca a non far magheggiare le commissioni esterne, che potranno essere composte solo da professori ordinari (cioé da quelli che hanno più probabilità di essere baroni).

Adesso vo a spalare neve, andiam avanti a parlarne dopo.
Chedino
00mercoledì 1 dicembre 2010 16:37
Re:
Megablast, 01/12/2010 15.37:

Da nessuna parte in particolare, chi protesta è un coglione.




non voglio scatenare flame o che altro, ma coglione ci sarai te, abbi rispetto di chi protesta, perchè se il paese va a rotoli è anche perchè nessuno ha il coraggio di protestare, se oggi ci si muove è solo un bene

ah se per te il DDL è giusto sono affari tuoi, ma coglione chiamaci qualcun'altro [SM=x54477]
MasslessMeson
00mercoledì 1 dicembre 2010 16:40
Ah, comunque i ricercatori d'italia uniti hanno proposto in parlamento (ufficialmente, ad un audizione) questi punti per una riforma organica:




I Ricercatori Universitari della Rete29Aprile, chiedono una riforma organica dell’Università, adeguata agli standard dei Paesi più evoluti. Vogliono che l’Università Italiana sia in grado di competere ai più alti livelli qualitativi e quantitativi, dando piena realizzazione a quelle potenzialità che sono presenti nei ruoli e nelle figure che ruotano intorno all’Università e agli enti di ricerca. Per ottenere questo obiettivo, la Rete29Aprile ritiene indispensabile che si
definisca in modo chiaro quale sia il modello di Università cui si aspira e su quali parametri lo si vuole costruire, prima di intraprendere qualsiasi percorso di riforma. Per definire le strategie è infatti indispensabile definire cosa si vuole ottenere, ma finora duole osservare che non è mai stato aperto uno spazio di confronto, anche solo sugli obiettivi da raggiungere, nonostante l’amplissima mobilitazione dei ricercatori e il forte invito del Presidente della Repubblica.



La Rete29Aprile chiede quindi con fermezza che si apra un vero dialogo che permetta di discutere e confrontarsi sulle proposte di rilancio dell’Università. L’assenza attuale di reali aperture al confronto comporta la doverosa conferma, da parte delle migliaia di ricercatori della Rete, della piena indisponibilità a nascondere le già gravi sofferenze del sistema universitario dovute alle misure governative svolgendo compiti didattici non dovuti per legge. Tale atto di responsabilità e di testimonianza, che comporta non pochi sacrifici per gli stessi ricercatori, è anche dovuto alla opinione pubblica affinché prenda consapevolezza delle conseguenze della politica del Governo sull’Università. Prima di entrare nel dettaglio delle proposte di riforma, è indispensabile sottolineare le gravissime urgenze che in questo momento richiedono interventi tempestivi per garantire la sopravvivenza stessa delle università: il perdurante sostanziale blocco del turn-over degli ultimi anni, nonché il drastico taglio del 50% delle risorse derivanti dai pensionamenti, senza dimenticare l’ingiustificabile riduzione del finanziamento delle università tale che nel prossimo anno le risorse complessive del Fondo di Finanziamento Ordinario saranno minori del costo complessivo degli stipendi e nel 2012 addirittura inferiori a quelle del 2002. Tutti questi vincoli, uniti all’uscita per pensionamento di un terzo degli attuali docenti nei prossimi cinque anni, avranno evidenti conseguenze sotto l’aspetto della qualità e quantità della didattica, della ricerca e del diritto allo studio. Non bisogna infatti dimenticare che l’Italia ha già oggi, secondo i dati OCSE, una bassa
percentuale di studenti universitari, che non potranno che diminuire ulteriormente di fronte ad una drastica riduzione dei docenti. Occorre inoltre eliminare quelle norme che affidano ai soli professori ordinari, il cui potere si dice di voler limitare, il completo controllo delle commissioni di concorso.
In un progetto di rilancio dell’Università italiana con la prospettiva del raggiungimento e mantenimento degli standard internazionali, il primo parametro nella riorganizzazione del personale universitario deve essere l’uso di criteri che siano stabili e non modificabili sulla base di fluttuazioni imprevedibili. Serve, per esempio, garantire un corretto rapporto studenti/docenti e non fissare quindi la numerosità del corpo docente a priori. Ugualmente serve stabilire priorità di sviluppo almeno quinquennali che indirizzino gli investimenti finanziari e di personale su obiettivi strategici di lungo respiro, per preparare i giovani di oggi alle sfide di domani. Discorso analogo vale per la ristrutturazione delle carriere del personale, che deve garantire l’avanzamento di carriera in termini meritocratici funzionali al progresso delle strutture e non solo finanziari.

Nella stessa logica, se si vuole dar spazio alla creatività della ricerca, da sempre motore e chiave di volta dello sviluppo, è indispensabile dare opportuni spazi alla ricerca “di base” che, pur non avendo applicazioni nell’immediato, è quella che ha portato alle scoperte più rilevanti per il nostro tempo e alle applicazioni tecnologiche fondamentali che oggi sono quotidianità, spaziando dalla medicina alle nanotecnologie, senza dimenticare gli altri ambiti culturali.Sulla base quindi di queste riflessioni, le proposte della Rete29Aprile si possono condensare in alcuni concetti chiave:

- Istituzione di un ruolo unico della docenza, con pari diritti per tutti ma con oneri gestionali crescenti all’aumentare del livello interno al ruolo unico. In questo livello devono poter confluire tutti coloro che, appartenendo ai ruoli universitari, attualmente svolgono già attività di docenza. L’ingresso (in qualunque livello interno al ruolo unico) e la progressione di carriera devono essere nettamente separati, legando la seconda a criteri più meritocratici che economici. L’ingresso in ruolo deve essere invece strutturato e organizzato in base a criteri meritocratici e alle strategie di medio/lungo periodo. Fare questo vuol dire eliminare tutti gli attuali vincoli puramente burocratici che rendono la concorsualità italiana di una farraginosità tale da essere completamente inefficace.

- Definire la numerosità del corpo docente pari almeno a quella del 2008, anno in cui, stando ai dati OCSE, l’Università italiana era comunque sottodimensionata rispetto ai nostri diretti concorrenti sul piano internazionale. Fare questo vuol dire prevedere un piano strategico di assunzioni nei prossimi 3-5 anni, unitamente alla definizione di una numerosità dei livelli del ruolo unico funzionale sulla base di obiettivi strategici e non aprioristici. Fare questo vuol dire anche mettersi nelle condizioni di poter elaborare piani pluriennali delle assunzioni in ruolo e delle progressioni, da rendere noti e chiari a tutti per tempo, funzionali al mantenimento e allo sviluppo delle strutture di didattica e di ricerca odierne.

- Creare un unico percorso pre-ruolo che, cancellando l’attuale pletora di figure precarie, permetta di reinserire l’Italia nei canali più normali di ingresso nei ruoli tipici dei paesi avanzati. Questa figura pre-ruolo deve necessariamente essere legata ad una vera tenure track, con accantonamento preventivo delle risorse finanziarie necessarie per l’assunzione dei meritevoli, non più vincolata quindi a criteri economici ma di merito. Questa strategia permetterà inevitabilmente anche di limitare l’abuso del precariato e costringerà le università a scelte intelligenti e meritocratiche.

- Garantire un vero diritto allo studio, mediante un opportuno rifinanziamento dello stesso, che assicuri a tutti gli studenti meritevoli l’accesso al sostegno allo studio. La certezza di disporre di tali strumenti da parte degli studenti meritevoli avrà inevitabilmente riflessi positivi sulle motivazioni e sui risultati degli stessi, che non subiranno più la pesante frustrazione della consapevolezza di un diritto negato.

- Strutturare il governo degli atenei in modo che in ogni livello di gestione tutte le componenti abbiano una loro corretta rappresentanza. Occorre tuttavia assicurarsi che l’autonomia delle scelte negli ambiti di Ricerca e Didattica resti nelle mani di chi ha la responsabilità, l’onere e le conoscenze necessarie per portare avanti queste scelte sul medio-lungo periodo, garantendo una composizione che impedisca in detti organi di governo maggioranze di persone esterne ai ruoli universitari, siano essi di docenza o di personale tecnico-amministrativo. Serve inoltre garantire che il Consiglio di
Amministrazione e il Senato Accademico mantengano funzioni separate e specifiche, senza sovrapposizioni di ruolo, distinguendo la gestione amministrativa dalla politica della didattica e della ricerca.

- Tutto questo non può prescindere quindi da un adeguato finanziamento degli atenei e della ricerca scientifica, programmato su base pluriennale e strutturato a partire dalla garanzia della copertura dei costi fissi legati agli stipendi. La quota aggiuntiva rispetto ai costi fissi deve essere dimensionata in modo congruo rispetto agli obiettivi strategici nazionali e dei singoli atenei e non può essere determinata in base a valutazioni fatte a priori su quale spesa è ragionevole considerare o meno elevata.

- Garanzie di una politica di sviluppo della ricerca che assicuri l’emissione di bandi per progetti di ricerca con cadenze certe, tempi certi di valutazione e finanziamenti congrui con gli standard internazionali, spostando finalmente l’attenzione di chi si occupa di ricerca dal cercare di far quadrare bilanci ingestibili al fare ricerca ai massimi livelli.

Tutte queste idee discendono dall’idea progettuale dei ricercatori della Rete29Aprile sull’Università. I Ricercatori della Rete29Aprile sono in larga parte persone abituate a lavorare in competizione internazionale e hanno spesso vissuto lunghi periodi in centri di ricerca internazionali, facendosi apprezzare per la qualità del proprio lavoro. Le loro competenze, le loro esperienze, e di conseguenza le loro richieste nascono dal desiderio e dalla volontà di riportare l’Italia sugli standard di efficienza, produttività e merito delle nazioni all’avanguardia nella ricerca scientifica. In questi paesi chi si occupa di ricerca lo fa esclusivamente con progetti strategici pluriennali di lungo respiro, come richiesto fortemente all’Italia dall’Unione Europea nell’ambito dei Programmi Quadro per la ricerca europea.

Particolare attenzione, infine, meritano i problemi che sorgeranno nella fase successiva all’eventuale emanazione della legge, per cui in un periodo non inferiore a tre anni non sarà tecnicamente possibile l’assunzione di professori in ragione dei tempi tecnici di espletamento delle procedure concorsuali. Nello stesso periodo il combinato disposto di contrazione dei finanziamenti e fuoriuscita di personale porterà il sistema universitario italiano indietro di diverse decine d’anni.

La Rete29Aprile si dichiara fin d’ora pienamente disponibile a collaborare con il Governo, il Parlamento e con tutti coloro che hanno a cuore l’Università pubblica per migliorare il presente DDL sulla base di quanto esposto.



Perché altrimenti sembra che siano proteste solo distruttive.
The Gandertaker
00mercoledì 1 dicembre 2010 16:40
Salve a tutti.
Rileggendo la sintesi del Sole 24 ore mi viene ancora una volta di più da pensare che questa riforma non sia altro che una grossa presa in giro, utile solo a distruggere il sistema universitario.
Io sono più o meno direttamente parte in causa ma in questo periodo mi sono parecchio disinteressato al problema perché ormai ho chiaro che se in vita mia vorrò fare ricerca scientifica me ne dovrò andare per sempre all'Estero e mi sto adoperando per farlo.
Noto purtroppo che la maggior parte delle persone ha difficoltà a capire cosa realmente serve al sistema universitario italiano. Mi riprometto di tornare qui e commentare punto per punto la sintesi del Sole 24 ore, ora ho pochissimo tempo. Vi anticipo tuttavia qual'è il succo del pensiero: questa riforma non è totalmente sbagliata in sé, ma per essere funzionale al sistema universitario italiano e per poterlo trasformare e modernizzare in linea con gli altri Paesi esteri, deve essere accompagnata da un enorme aumento dei fondi, ed è inutile che si parla del Miliardo di Euro che verrà messo a disposizione quando l'anno scorso i tagli sono ammontati ad 1,5 miliardi.
rogerio guerrero
00mercoledì 1 dicembre 2010 16:41
Re: Re:
Megablast, 01/12/2010 15.59:




Tagli, che comunque son molto limitati, e blocco del turnover non fanno parte del ddl.

Comunque, fonte Sole24ore (noto giornale filogovernativo):

Ecco le principali novità per studenti, docenti e atenei.


Accesso di giovani studiosi. Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. Disco verde alla revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani e alla revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi. Il ddl sancisce poi l'abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti e introduce una nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello. Sì alla riforma del reclutamento, con l'introduzione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3).

Al termine dei sei anni se il ricercatore sarà ritenuto valido dall'ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminerà il rapporto con l'università maturando, però dei titoli utili per i concorsi pubblici. Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre, il provvedimento abbassa l'età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100. Sì anche alla chiarificazione delle norme sul collocamento a riposo dei docenti e alla valutazione complessiva delle politiche di reclutamento degli atenei ai fini della distribuzione del fondo di finanziamento ordinario.


Arriva il codice etico. Ogni ateno dovrà adottare un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del ministero dell'Istruzione.


Arriva un direttore generale. Che sostituirà l'attuale direttore amministrativo. Il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell'ateneo.


Distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e consiglio d'amministrazione. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il cda ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate. Il cda non sarà elettivo, ma responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni. Il presidente del cda potrà essere esterno.


Diritto allo studio e aiuti agli studenti meritevoli. Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.


Docenti in classe. I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti.


Gestione finanziaria. Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra viale Trastevere e Tesoro. Oggi i bilanci delle università non sono chiari e non calcolano la base di patrimonio degli atenei. Con le nuove norme, i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio. Scatta poi il commissariamento e la tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario.


Gli studenti valutano i professori. Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero dell'Istruzione.


Mobilità del personale. Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perché un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico.Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.
Nucelo di valutazione d'ateneo a maggioranza esterna. Oggi molti nuclei di valutazione sono in maggioranza composti da docenti interni. Con le nuove norme, il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.


Possibilità per gli atenei di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili. Oggi università vicine non possono unirsi per razionalizzare e contenere i costi. Con le nuove norme invece ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca.


Reclutamento di giovani studiosi. Il ddl introduce l'abilitazione nazionale come condizione per l'accesso all'associazione e all'ordinariato. L'abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati. Le commissioni di abilitazione nazionale saranno autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri. Ci sarà poi un cadenza regolare annuale dell'abilitazione a professore, al fine di evitare lunghe attese e incertezze e l'attribuzione dell'abilitazione, a numero aperto, sulla base di rigorosi criteri di qualità stabiliti con decreto ministeriale, sulla base di pareri dell'Anvur e del Cun.

Arriva poi la distinzione tra reclutamento e progressione di carriera: basta con i concorsi banditi per finta solo per promuovere un interno. Entro una quota prefissata (1/3), i migliori docenti interni all'ateneo che conseguono la necessaria abilitazione nazionale al ruolo superiore potranno essere promossi alla luce del sole con meccanismi chiari e meritocratici. Messa a bando pubblico per la selezione esterna di una quota importante (2/3) delle posizioni di ordinario e associato per ricreare una vera mobilità tra sedi, oggi quasi azzerata. Procedure semplificate per i docenti di università straniere che vogliono partecipare alle selezioni per posti in Italia.


Riduzione dei settori scientifico-disciplinari. Dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore). Oggi ogni professore è oggi rigidamente inserito in settori scientifico-disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti. Con il ddl, saranno ridotti per evitare che si formino micro-settori che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.


Riorganizzazione interna degli atenei. Riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo. Questo per evitare la moltiplicazione di facoltà inutili o non richieste dal mondo del lavoro.


Scatti stipendiali solo ai professori migliori. Si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell'attività di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.


Sì al passaggio ad associato di 4.500 ricercatori in tre anni. Arriva il disco verde anche alla norma che prevede il passaggio ad associato di 1.500 ricercatori in tre anni.


Stop ai rettori a vita. Un "magnifico" potrà rimanere in carica un solo mandato, per un massimo di sei anni.


Stop a parentopoli. Si prevede che nelle assunzioni per ordinario e associato siano esclusi i consangunei dei professori appartenenti al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata, ma anche di rettori, direttori generale, consiglieri di amministrazione.

Valutazione degli atenei. Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia. Obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero, di tutti i corsi di laurea e di tutte le sedi distaccate per evitare che si creino insegnamenti e strutture non necessarie. Valutazione dell'efficienza dei risultati conseguiti da parte dell'Anvur.



Vabbé dire che il sole 24 ore, organo di confindustria sia neutrale in tutta questa situazione é quanto meno opinabile.

Spero ti renda conto di cosa comporti la realizzazione di tutto questo. Se in Italia tutto funzionasse, ci vorrebbero almeno 3 anni e l´Universitá dovremme essere costantemente al centro dell´agenda parlamentare.

Non é che fai la riforma e il giorno dopo si attua per magia, senza fondi sufficenti rischi di creare una situazione di stallo, baroni o non baroni.

Non c´é alcuna traccia di ampliamento di servizi, strutture e posti di lavoro. C´é una sorta di caccia alle streghe e di adesione indefessa al criterio della meritocrazia, senza che nussuno dica in cosa consista.

Non é cosi che si combatte il potere dei baroni, che di fatto non viene intaccato. I baroni possono benissimo controllare anche la meritocrazia, visto che sono sempre loro che gestiscono le piú importanti riviste di settore(e quindi il riconoscimento della validitä scientifica). Prima di fare questo tipo di riforme, bisognava sganciare fondi affinché giovani ricercatori potessero fondare riviste, pubblicare i risultati delle loro analisi. La lotta contro i baroni va condotta a livello scientifico dimeostrando che le loro teorie non sono valide e che dunque non hanno il diritto di decidere. La riforma della Gelmini non sposta di una virgola le cose, il nipote di Canfora, avrä sempre piú possibilitä di me, di te, di diventare prof. Al massimo dovrá prendere il treno da BAri a Lecce o Matera.


In ogni caso non si puö fare una riforma senza discuterla con ogni agente interessato, cioé famiglie, studenti, ricercatori e docenti. Di sicuro é una pagina nera della democrazia.

Purtroppo il grosso problema dell´Italia é l´incapacitá di gestire il pubblico, un problema che non é solo economico, ma anche etico, politico e sociale.
Megablast
00mercoledì 1 dicembre 2010 16:42
Re: Re:
Chedino, 01/12/2010 16.37:




non voglio scatenare flame o che altro, ma coglione ci sarai te, abbi rispetto di chi protesta, perchè se il paese va a rotoli è anche perchè nessuno ha il coraggio di protestare, se oggi ci si muove è solo un bene

ah se per te il DDL è giusto sono affari tuoi, ma coglione chiamaci qualcun'altro [SM=x54477]




No no, gli studenti che protestano alla cazzo contro questa legge son dei coglioni, principalmente per il fatto che chi protesta la legge non l'ha nemmeno letta, e quindi protesta sulla base del nulla, manovrato come un burattino.
Perchè un conto è manifestare contro l'intero sistema universitario, cosa legittima, una contro una legge che, per uno studente, migliora nei limiti il sistema universitario.

Massimo rispetto invece per i ricercatori, che tra l'altro hanno messo in atto altre forme di protesta.

Comunque se ti senti toccato ti senti in difetto, coda di paglia? [SM=x54477]

Ah, impara gli accenti [SM=x54477]

@rogerio e MM: Vi rispondo più tardi con calma. Tra l'altro c'è un topic sul salotto dove spiego ampiamente il mio punto di vista, che non è quello del Sole, per precisare [SM=x54477]
@Chaos@
00mercoledì 1 dicembre 2010 17:36
Re: Re: Re:
Megablast, 01/12/2010 16.42:




No no, gli studenti che protestano alla cazzo contro questa legge son dei coglioni, principalmente per il fatto che chi protesta la legge non l'ha nemmeno letta, e quindi protesta sulla base del nulla, manovrato come un burattino.



ti do una dritta, non serve sapere tutto per protestare, anzi non serve neanche avere ragione per protestare, di fatto una protesta nasce da dei bisogni che vengono ignorati dal potere politico.
Un tempo si diceva, per me a ragione, che compito della popolazione e' far notare i problemi e compito della politica proporre soluzioni, io non faccio il ministro io ti dico se una cosa non mi piace e sono pronto anche a divellere una citta' pur di farmi notare, ma sei tu che devi fare delle proposte (chiaramente standomi a sentire) per risolvere i miei problemi, ti pago per quello.

E i burattini, conoscendoli bene, sono piu' facilmente quelli che difendono a spada tratta le ragioni di chi e' piu' potente (in questo caso il governo) piuttosto di chi rischia il culo prendendo denuncie ogni giorno.
Quindi si chi taccia di burattini i ragazzi che protestano mentre sta seduto in poltrona non dovrebbe avere voce in capitolo.
Chedino
00mercoledì 1 dicembre 2010 17:50
Re: Re: Re:
Megablast, 01/12/2010 16.42:




No no, gli studenti che protestano alla cazzo contro questa legge son dei coglioni, principalmente per il fatto che chi protesta la legge non l'ha nemmeno letta, e quindi protesta sulla base del nulla, manovrato come un burattino.
Perchè un conto è manifestare contro l'intero sistema universitario, cosa legittima, una contro una legge che, per uno studente, migliora nei limiti il sistema universitario.

Massimo rispetto invece per i ricercatori, che tra l'altro hanno messo in atto altre forme di protesta.

Comunque se ti senti toccato ti senti in difetto, coda di paglia? [SM=x54477]

Ah, impara gli accenti [SM=x54477]

@rogerio e MM: Vi rispondo più tardi con calma. Tra l'altro c'è un topic sul salotto dove spiego ampiamente il mio punto di vista, che non è quello del Sole, per precisare [SM=x54477]



mi sento toccato perchè a quella manifestazione io c'ero capito? e sentirmi dire che sono un coglione perchè protesto non è molto piacevole sai...quindi le tue espressioni tienitele per te perchè evidentemente non sei molto informato dei fatti...quando parli mi pare di sentire berlusconi "manifestazioni guidate dai centri sociali", ma non è per caso che il burattino sei tu? [SM=x54480]

ma poi tra l'altro tu che ne sai di chi c'era a quelle manifestazioni? parli per luoghi comuni ovviamente, invece ti assicuro dato che c'ero e ho vissuto la cosa in prima persona che di persone informate ce ne erano assai se non tutte, quindi se non le sai le cose evita di sproloquiare
Megablast
00mercoledì 1 dicembre 2010 18:10
Re: Re: Re:
MasslessMeson, 01/12/2010 16.33:



Il blocco del turnover è già in atto con il decreto legge (Sì, decreto legge, non ddl) 31/05/10 n 78; E viene semplicemente confermato dalla riforma gelmini, controlla tu stesso.

Se il 20% in meno all'FFO ti sembra un taglio limitato...





Accesso di giovani studiosi. Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. Disco verde alla revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani e alla revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi. Il ddl sancisce poi l'abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti e introduce una nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello. Sì alla riforma del reclutamento, con l'introduzione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3).




Contratti a tempo determinato al termine dei quali, o vieni assunto come associato, O NON PUOI PIU' FARE RICERCA IN ISTITUZIONI PUBBLICHE, perché il contratto da ricercatore non può essere rinnovato. Il che, combinato al blocco del turn-over, significa amplificare ancora di più la fuga dei cervelli. Tanto avevo già intenzione di andarmene da qui.


Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre, il provvedimento abbassa l'età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100. Sì anche alla chiarificazione delle norme sul collocamento a riposo dei docenti e alla valutazione complessiva delle politiche di reclutamento degli atenei ai fini della distribuzione del fondo di finanziamento ordinario.



Fenomeno che esiste in ogni paese civilizzato. Nei paesi nordici che tanto apprezziamo tutti, i ricercatori hanno tutti contratti a tempo determinato, ma che possono essere rinnovati ad libitum. Non vogliamo avere ricercatori a vita perché non vogliamo persone che dopo 30 anni di carriera le pagano uno sputo, e quindi decidiamo di riversarle, iperqualificate per qualsiasi lavoro che non sia la ricerca, in mezzo alla strada? Sensato, non c'è dubbio.

Il codice etico a me andrebbe pure bene, ma mia sorella (avvocato) dice che tanto è incostituzionale. Andiam avanti:



Arriva un direttore generale. Che sostituirà l'attuale direttore amministrativo. Il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell'ateneo.


Distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e consiglio d'amministrazione. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il cda ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate. Il cda non sarà elettivo, ma responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni. Il presidente del cda potrà essere esterno.



Consiglio d'amministrazione che non è eletto, ma designato dal rettore. Lotta al baronaggio, eh ? Inoltre il senato accademico diventa semplicemente consultivo, il che significa (con gli esterni nel consiglio d'amministrazione, poi) ancora meno fondi alla ricerca di base, dal momento che non c'è modo di far pressione ed è il cda che ha la gestione finanziaria e programmativa sulla ricerca.



Diritto allo studio e aiuti agli studenti meritevoli. Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.





Docenti in classe. I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti.



Questa è teoricamente una cosa buona, ma c'è sempre il problema della prassi: cosa fai, metti un docente di parassitologia a fare corsi per cui non è qualificato, visto che il suo corso è solo da 80 ore ? Non gli puoi lasciar cercare una cura per la malaria in pace nelle restanti 1420 ore annue? Bisogna fargliene fare per forza 270 di tutoraggio ?


Gli studenti valutano i professori. Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero dell'Istruzione.



L'unimi già lo fa (senza tirare di mezzo il ministero, e non cambiando i fondi all'università ma i "premi" ai professori. Anche perché con questo sistema centralizzato, se un professore barone non fa un cazzo, è capace di ciulare i fondi extra che dal ministero arrivano per il professore bravo e farsi comunque i suoi porci comodi)




Mobilità del personale. Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perché un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico.Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.
Nucelo di valutazione d'ateneo a maggioranza esterna. Oggi molti nuclei di valutazione sono in maggioranza composti da docenti interni. Con le nuove norme, il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.




Questa è cosa buona e giusta, sempre che si riesca a non far magheggiare le commissioni esterne, che potranno essere composte solo da professori ordinari (cioé da quelli che hanno più probabilità di essere baroni).

Adesso vo a spalare neve, andiam avanti a parlarne dopo.




Come ho detto prima, ciò che ho postato era un riassunto, checchè se ne dica, abbastanza imparziale dei temi della riforma, o quantomeno degli obiettivi della stessa.
Salto i punti con cui sei d'accordo o su cui poni gli stessi dubbi che anch'io mi pongo.
Riguardo alla valutazione dei prof, questa non c'è solo all'unimi ma non è affatto vincolante, è solo un'indicazione didattica. Ora, a mio parere la norma è fin troppo rinunciataria, in Bocconi ad esempio dopo 4 semestri di valutazioni negative si rischia il licenziamento in tronco, per intenderci.
Il Cda è introdotto principalmente per l'approvazione di bilanci, che ora sono veri e propri bilanci, quindi soggetti dal CC con tanto di vincoli per gli amministratori (e responsabilità, quindi cade in parte l'accusa: "tu sei amico del rettore e fai quello che vuole lui..."). Il problema della nomina degli esterni fa entrare il tutto in un vicolo cieco, dato che, fossero nominati dal ministero o eletti, ci sarebbe il rischio della "nomina politica", se nominati dal rettore del baronaggio. Anche questa norma la reputo poco coraggiosa (non sbagliata, soprattutto nelle intenzioni, ovvero di combattere le cricche).

Il principale problema, perchè il resto è tutto corretto, della legge riguarda i ricercatori. Ora, con il tempo determinato si combatte la prassi per cui il ricercatore medio viene messo a fare lezione, impropriamente, al posto del docente (pagato per questo...) o gli viene assegnata una cattedra a titolo gratuito (il che è possibile solo per il 5% delle cattedre, ma ora è una cosa diffusissima).
Però a me il tempo determinato sembra corretto per permettere al ricercatore di entrare nel personale docente in tempi rapidi (max 8 anni) e non marcire fino alla tomba con 1300 euro al mese, pur facendo in tutto e per tutto ciò che fa un comune docente. L'errore sta nell'impossibilità di poter ritentare in un altro ateneo, così come mi sembra discutibile l'effettiva possibilità di utilizzare quegli anni come ricercatore in altri concorsi pubblici. Ciò che è assente è una norma per favorire il ritorno dei cervelli, per me grave pecca.

C'è anche la norma contro il parentaggio comunque, che sarà un palliativo ma è comunque un'altra indicazione importante, per quanto non so se sia costituzionale.

Detto questo, a valle di tutto ci sono i fondi. I tagli in fin dei conti ci sono stati, ma in una legge finanziaria di stabilità, e quindi potranno essere rivisti. Anzi, dovranno, dato che per garantire l'efficacia del tutto son necessari più fondi e non tagli. Ma questo, al momento, offre la situazione economica europea, purtroppo.
Megablast
00mercoledì 1 dicembre 2010 18:26
Re: Re: Re:
rogerio guerrero, 01/12/2010 16.41:


Vabbé dire che il sole 24 ore, organo di confindustria sia neutrale in tutta questa situazione é quanto meno opinabile.

Spero ti renda conto di cosa comporti la realizzazione di tutto questo. Se in Italia tutto funzionasse, ci vorrebbero almeno 3 anni e l´Universitá dovremme essere costantemente al centro dell´agenda parlamentare.

Non é che fai la riforma e il giorno dopo si attua per magia, senza fondi sufficenti rischi di creare una situazione di stallo, baroni o non baroni.

Non c´é alcuna traccia di ampliamento di servizi, strutture e posti di lavoro. C´é una sorta di caccia alle streghe e di adesione indefessa al criterio della meritocrazia, senza che nussuno dica in cosa consista.

Non é cosi che si combatte il potere dei baroni, che di fatto non viene intaccato. I baroni possono benissimo controllare anche la meritocrazia, visto che sono sempre loro che gestiscono le piú importanti riviste di settore(e quindi il riconoscimento della validitä scientifica). Prima di fare questo tipo di riforme, bisognava sganciare fondi affinché giovani ricercatori potessero fondare riviste, pubblicare i risultati delle loro analisi. La lotta contro i baroni va condotta a livello scientifico dimeostrando che le loro teorie non sono valide e che dunque non hanno il diritto di decidere. La riforma della Gelmini non sposta di una virgola le cose, il nipote di Canfora, avrä sempre piú possibilitä di me, di te, di diventare prof. Al massimo dovrá prendere il treno da BAri a Lecce o Matera.


In ogni caso non si puö fare una riforma senza discuterla con ogni agente interessato, cioé famiglie, studenti, ricercatori e docenti. Di sicuro é una pagina nera della democrazia.

Purtroppo il grosso problema dell´Italia é l´incapacitá di gestire il pubblico, un problema che non é solo economico, ma anche etico, politico e sociale.




Tu però vai un pò avanti, perdonami.
Che si potesse fare di meglio, e più in particolare è indubbio. Che la riforma migliori l'attuale sistema idem. Tu cosa preferisci, che si rimanga altri tre anni così o che si cerchi di migliorare quantomeno la situazione? Questa non è una riforma strutturale (e a monte ce ne vorrebbe una culturale), ma cerca di mettere un pò di toppe sulle grosse falle cercando di inserire un tema di fondo (male o bene vedremo, ci vogliono una marea di regolamenti), ossia il merito, che io considero una cosa apprezzabile, non so te.

Comunque ripeto, l'articolo era del Sole24ore, non mio, io stesso sono critico su alcuni punti della riforma, ma non mi oppongo ad essa, come fanno molti, perchè la ritengo comunque un passo avanti rispetto al passato.

@Chaos:

Questa non è una protesta contro l'intero sistema, ma contro una legge. Non è una protesta di valori, non si contesta lo Stato ed il marcio del mondo accademico ma un decreto. Quindi chi contesta ciò deve avere almeno a mente ciò che questo ddl afferma e ciò a cui punta.

E poi non menarla con la lotta di stato, membri dell'opposizione sono stati accolti da chi protesta come amici e non parte del sistema. L'opposizione ha usato gli studenti per la più vecchia delle mosse politiche, su questo non ci piove.



@sedicenne di stocazzo:

Tu sei informato? Perfetto, affronta i vari punti come fatto da altri e dì la tua, proponi soluzioni e dimostra che ciò di cui parli lo conosci realmente [SM=x54477]

Non lo fai? Allora non sei informato [SM=x54477]

Sono uno studente anch'io, ed io stesso negli anni passati ho partecipato a incontri, con ricercatori, in cui si parlava per l'appunto di questa proporsta (allora...) di legge.

Lo slogan "Ci rubano il futuro" (AHAHAHAHA e a me chi l'ha dato?) relativo a questa legge dà l'ideaa del livello della protesta studentesca.
Ovvero nulla assoluto, fortuna che ci sono i ricercatori.

Avanti, discutiamo del ddl insieme, almeno domani mi diverto a spaccarti figuratamente il muso [SM=x54477]

King of OWW
00mercoledì 1 dicembre 2010 18:34
Secondo il mio parere, da nessuna parte.

Chi protesta "pacificamente" per me sarebbe stato meglio fosse stato a casa a farsi una bella e produttiva giornata di studio.

Chi protesta "violentemente" è un coglione e andrebbe espulso dall'università pubblica.

Questo il mio parere.
heatbreakerkid
00mercoledì 1 dicembre 2010 18:41
Ci sono molti punti sui quali si possono avere opinioni discordanti o concordanti a seconda dei punti di vista. Quelle sui ricercatori specialmente, ma così facendo l'Italia si allinea agli altri stati europei. L'unica cosa di veramente e assooutamente negativa, i tagli, non sono presenti in questo decreto ma in leggi successive.
Alcune proposte sono positivissime. Sono d'accordo con un prof di politica economica che diceva che il mandato ininterrotto del rettore in alcune realtà corrispondeva al degrado di quell'università. Inoltre sono d'accordo sull'antiparentopoli. Non ho visto simili casini per leggi 1000volte peggiori...
C'è qualcosa sotto, qualcosa che non mi convince. Ha ragione chi dice che più che il ddl si è criticato il governo, nell'aria di giorno del giudizio che si profila tra 2 settimane.
Scoundrel
00mercoledì 1 dicembre 2010 18:46
sbaglia su tutto.
1)E'assurdo che i ricercatori diventino ufficialmente dei precari,visto che i contratti sono a termine e,alla scadenza degli stessi,o vieni assunto(se sei amico dei professori,altro che taglio al nepotismo) o ti fregi,poi ci chiediamo perché vadano via.Invece si dovrebbe puntare sulla ricerca.
2)Si parla di lotta al nepotismo,poi i membri interni del consiglio d'amministrazione(la cui maggioranza sarà comunque di membri esterni,scelti dal ministro,il che non è un bene) sono tutti nominati dal rettore.
3)Si parla di tagliare gli atenei con pochi iscritti,ora,ad esempio,c'è l'Orientale di Napoli che tratta le lingue antiche,di certo non avrà tanti iscritti quanto giurisprudenza o economia,ma non può essere definita non utile.
@Chaos@
00mercoledì 1 dicembre 2010 18:52
Re: Re: Re: Re:
Megablast, 01/12/2010 18.26:




@Chaos:

Questa non è una protesta contro l'intero sistema, ma contro una legge. Non è una protesta di valori, non si contesta lo Stato ed il marcio del mondo accademico ma un decreto. Quindi chi contesta ciò deve avere almeno a mente ciò che questo ddl afferma e ciò a cui punta.

E poi non menarla con la lotta di stato, membri dell'opposizione sono stati accolti da chi protesta come amici e non parte del sistema. L'opposizione ha usato gli studenti per la più vecchia delle mosse politiche, su questo non ci piove.




La questione iece e' proprio di principio privatizzazione dell'universita' vs universita' pubblica.
per quanto riguarda il resto provalo invece di dire cazzate, a me sembra invece che la cgil e il pd siano attaccati duramente quando il governo in questo periodo.
Sceneggiate a parte intendo.
Jah Bless
00mercoledì 1 dicembre 2010 19:11
Re:
Scoundrel, 01/12/2010 18.46:


3)Si parla di tagliare gli atenei con pochi iscritti,ora,ad esempio,c'è l'Orientale di Napoli che tratta le lingue antiche,di certo non avrà tanti iscritti quanto giurisprudenza o economia,ma non può essere definita non utile.



infatti questa cosa è assurda, io studio alla Seconda Facoltà di Ingegneria di Bologna (sede di Cesena), è una facoltà di livello non indifferente, eppure con la riforma sarà smantellata ed accorpata con la prima facoltà con sede a Bologna e dovrò andare fuorisede e la cosa non mi va proprio a genio.

Nick Heavens
00mercoledì 1 dicembre 2010 19:20
Ingresso dei privati all'interno del CDA delle università: tradotto i privati entrano a far parte del consiglio che muove i fondi all'università. Senza dover spendere una lira e con una presenza almeno del 40% (il tetto massimo non è stato ancora detto). Ed è logico che un privato (ad es per la sapienza, "fondazione roma" che fa carico a banca di roma) non investirà mai su corsi che non sono utilizzabili nel mercato (filosofia, lettere, storia, filosofia del diritto etc etc etc) e interi corsi rischiano di morire oltre al fatto che questi non sganciando una lira tolgono fondi all'università e li danno solamente a chi pensano possa produrgli profitto.

Ricercatori: Un ricercatore non potrà più essere assunto a tempo indeterminato ma dovrà per forza fare un 3+3, quindi precario, poi se passa l'esame (a numero chiuso ovviamente) per lo stato di professore associato bene sennò diventa disoccupato con una laura e una specializzazione. Quindi si perdono migliaia di posti di lavoro con uno schiocco di dita.

Fondo di merito: Grandissima buffonata. Lo hai solo con una determinata media e non tiene minimamente conto del reddito personale di uno studente (cosa che facevano le "vecchia
E borse di studio") Es: uno studente di famiglia non ricca o comunque fuori sede dovrà lavorare ed è difficile che riesca ad avere voti altissimi sempre e comunque rispetto ad uno di famiglia più agiata. Non che sia impossibile eh, però comunque non si parte dallo stesso punto di partenza e quindi non si può parlare di meritocrazia. Idem per quanto riguarda i prestiti d'onore che verranno assegnati a tutti ma che, appunto, son prestiti e quindi uno laureato si trova precario (per le cose dette prima) e già indebitato.

Legge 133: Questa riforma non fa che applicare le norme e i tagli della legge 133. Ovvero delega alle regioni il finanziamento alle università ma taglia del NOVANTA PER CENTO i fondi a disposizione di questo fondo speciale delle regioni.

Baronato: da una parte si prevede una commissione nazionale per attribuire una fantomatica abilitazione alla docenza, dall’altra si demanda la decisone finale a commissioni locali; inoltre se non si volesse affrontare un concorso pubblico, vi è sempre la possibilità di ricevere una chiamata diretta dalle singole facoltà di ogni ateneo ed essere assunti. Dunque il potere dei baroni resta inalterato o al più rafforzato.

Scuole paritarie statali: Con questa riforma le università paritarie statali saranno considerate uguali a quelle pubbliche. Es: una laurea presa a cepu avrà lo stesso riconoscimento di una de la sapienza. E ovviamente a queste scuole verranno assegnati dei fondi pubblici.

Questa è una riforma classista che creerà una fabbrica di precari e che darà in mano ad aziende private la gestione economica delle università, falcidiando posti di lavoro e corsi non vendibili nel mercato. Toglie il diritto allo studio per tutti aumentando ovviamente le tasse universitarie (tutto costa di più dove si taglia e ci mettono le mani i privati e non vengono garantite borse di studio ma solo prestiti o fondi al merito fasulli e comunque soggetti ad una sorta di "ipoteca" nel caso oltre al fondo chiedi anche il prestito), non leva ma anzi aumenta il problema del baronato e che vuole distruggere il diritto di una cultura fine a se stessa per una cultura fine agli obiettivi di mercato.

E la cosa bella è che vi rimpilzano la testa de "non ci sono i soldi tagliamo per forza", eppure siamo l'ottavo paese al mondo per spesa militare.

E megablabla, prima di dire che chi manifesta è un coglione.. leggiti il DDL.

= D-Wade =
00mercoledì 1 dicembre 2010 19:22
Ma ragazzi, lasciatelo stare Megablast che in questo periodo ha perso la cognizione della realtà fra presidenti puttanieri e allenatori ciccioni spagnoli.
Megablast
00mercoledì 1 dicembre 2010 19:32
Re:
= D-Wade =, 01/12/2010 19.22:

Ma ragazzi, lasciatelo stare Megablast che in questo periodo ha perso la cognizione della realtà fra presidenti puttanieri e allenatori ciccioni spagnoli.




Smettila di amarmi.

@Kort: Letto con attenzione, rispondo domani che ora finalmente esco dall'ufficio [SM=x54477]
Nick Heavens
00mercoledì 1 dicembre 2010 19:36
Re: Re:
Megablast, 01/12/2010 19.32:




Smettila di amarmi.

@Kort: Letto con attenzione, rispondo domani che ora finalmente esco dall'ufficio [SM=x54477]




Sìsì tranqui.

tripleH88
00mercoledì 1 dicembre 2010 20:44
Ho letto tutti i vostri commenti e alla fine, apparte su tagli alle università (dove più o meno tutti sono d'accordo essere sbagliati), sugli altri punti non c'è una vera e propria "verità", ognuno continerà a pensarla secondo la sua indole politica
Chedino
00mercoledì 1 dicembre 2010 21:04
Re: Re: Re: Re:
Megablast, 01/12/2010 18.26:





@sedicenne di stocazzo:

Tu sei informato? Perfetto, affronta i vari punti come fatto da altri e dì la tua, proponi soluzioni e dimostra che ciò di cui parli lo conosci realmente [SM=x54477]

Non lo fai? Allora non sei informato [SM=x54477]

Sono uno studente anch'io, ed io stesso negli anni passati ho partecipato a incontri, con ricercatori, in cui si parlava per l'appunto di questa proporsta (allora...) di legge.

Lo slogan "Ci rubano il futuro" (AHAHAHAHA e a me chi l'ha dato?) relativo a questa legge dà l'ideaa del livello della protesta studentesca.
Ovvero nulla assoluto, fortuna che ci sono i ricercatori.

Avanti, discutiamo del ddl insieme, almeno domani mi diverto a spaccarti figuratamente il muso [SM=x54477]





purtroppo te la rigiri come vuoi, infatti ho affermato che tu "non sei informato" per quanto concerne la manifestazione in se dato che davi ai manifestanti del "burattino", non del DDL, il che è un altro paio di maniche ovviamente. Dato che non so chi sei e non mi permetto di dare giudizi su persone che non conosco (al contrario tuo a quanto pare) e soprattutto non conosco le tue qualifiche in questo campo non ho mai insinuato che tu non sappia di cosa si stia parlando. Quindi evita di uscirtene così anche perchè non ho niente contro di te.
E ti dico anche perchè secondo me il DDL è errato in sommi capi:
1) Il ddl è una mera "giustifica" dei tagli all'università (già fatti e che si faranno, quando magari questi soldi si possono prendere da altre parti)
2) Limita la possibilità di ricerca e la demolisce (se cominci a mandare a casa i ricercatori, chi lo farà mai se la prospettiva è quella?)
3) Controllo da parte dello stato (e cioè per quanto concerne le funzioni amministrative, l'assunzione del potere di poter giudicare a quali istituti concedere i fondi)
4) Di riflesso al punto precedente la creazione di università non accessibili a tutti (e per tutti intendo i non abbienti)

Quindi come vedi ti ho dimostrato (anche se per sommi capi ma possiamo entrare più nel dettaglio) che una mia idea ce l'ho e che anche se fosse sbagliata se non altro sono informato sui fatti no?

Comunque chiudiamola qui, mi ero solo infastidito per la cosa della manifestazione.

Jacques-Louis David
00mercoledì 1 dicembre 2010 21:10
megablast ha ragione, tutto il resto è noia
(Chris86)
00mercoledì 1 dicembre 2010 21:12
io personalmente ho già detto la mia sul perchè questa riforma sia in larga parte disastrosa.
aggiungo che anche quella delle 350 ore per docente è una cazzata mica da ridere. sono un'enormità, il che significa necessariamente creazione di corsi aggiuntivi tanto per far fare ore ai docenti sottraendo tempo a cose più utili. vuol dire anche niente più professori a contratto, il che significa gente interna a fare corsi di cui non sa nulla dato che non si può assumere, tutto molto bello insomma.
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