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Forte terremoto in Iran

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2010 13:29
21/12/2010 06:55
 
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Un forte terremoto di magnitudo 6,3 ha scosso oggi l'Iran sud-orientale. Ci sono stati almeno cinque morti (7 secondo altre fonti). Tre villaggi sono stati duramente colpiti con case distrutte. Si teme che il numero delle vittime possa salire.

L'epicentro del sisma è stato localizzato a Fahraj vicino alla città di Hossein Abad e la provincia di Kerman, a 213 km dalla città di Zahedan nella regione sudorientale del paese, a una profondità di 12,4 km.

La scossa è avvenuta poco dopo le 10 ora locale. Nella zona ci sono state subito dopo varie altre scosse.

L'Iran si trova a cavallo di diverse importanti faglie della crosta terrestre ed è soggetta a frequenti terremoti, molti dei quali sono stati devastanti.

L'epicentro del sisma è stato localizzato a Fahraj vicino alla città di Hossein Abad e la provincia di Kerman, a 213 km dalla città di Zahedan nella regione sudorientale del paese, a una profondità di 12,4 km.

La scossa è avvenuta poco dopo le 22 ora locale. Nella zona ci sono state, subito dopo, varie altre scosse.

L'Iran si trova a cavallo di diverse importanti faglie della crosta terrestre ed è soggetta a frequenti terremoti, molti dei quali sono stati devastanti.

Un terremoto, che ha colpito il sud-est della città di Bam il 26 Dicembre 2003, ha fatto più di 26.000 morti. Un terremoto di magnitudo 5,4 ha colpito il sud dell'Iran pure il 26 novembre scorso.
[Modificato da Topicman 21/12/2010 06:56]
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21/12/2010 08:47
 
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Mi fanno male le dita
21/12/2010 08:50
 
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ma un terremoto che faccia sprofondare il loro presidente nei più profondi meandri della terra no?


Sei anni di carcere al regista Jafar Panahi
La denuncia del suo legale: non potrà fare film né lasciare il Paese per vent'anni

MILANO - Sei anni di carcere e il divieto di realizzare film e lasciare l'Iran per i prossimi 20 anni. Questa è la condanna con cui il regime iraniano imprigiona Jafar Panahi, il regista vincitore del Leone d'Oro a Venezia nel 2000 con Il cerchio.

PRIGIONE MENTALE - II regista cinquantenne aveva raccontato le manifestazioni e le proteste scatenate dopo la contestata rielezione Mahmoud Ahmadinejad nel giugno 2009. Ora Panah è stato condannato «con l'accusa di aver partecipato a manifestazioni e a propaganda contro il regime», ha raccontato il suo legale Farideh Gheirat. Panahi, vincitore di molti premi internazionali e sostenitore del leader dell'opposizione Mirhossein Mousavi nelle controverse elezioni presidenziali dello scorso anno, era stato arrestato a marzo e tenuto in carcere per 88 giorni, durante i quali ha fatto lo sciopero della fame. Panahi era stato accusato dal ministero iraniano alla Cultura di aver fatto «un film contro il regime». Era stato liberato dopo tre mesi ma non aveva potuto far parte della giuria del Festival di Cannes. Lo scorso settembre il regista non aveva potuto partecipare neppure al Festival di Venezia, dove The Accordion” (“La fisarmonica”), il suo corto di nove minuti, era in programma nelle «Giornate degli autori». Panahi aveva mandato un messaggio che era stato letto prima della proiezione: «Da cinque anni mi vietano di fare film. Quando un regista non è autorizzato a fare film la sua mente è già in prigione». Farideh Gheirat ha annunciato che farà ricorso all'appello. ha tempo 20 giorni per richiederlo.

SOSTENITORE DI MOUSSAVI - Jafar Panahi, 49 anni, aperto sostenitore di Mir Hossein Moussavi nella campagna presidenziale dello scorso anno, era da tempo nel mirino del regime iraniano. L'estate scorsa era stato fermato insieme con la moglie dopo aver partecipato alla commemorazione per Neda Agha Soltan, la giovane uccisa durante le manifestazioni seguite alle contestate elezioni di giugno. Il cineasta iraniano si è affermato in Europa con un primo lungometraggio nel 1995, «Il palloncino bianco». Nel 1997 ha vinto il Pardo d'Oro a Locarno con il film «Lo Specchio», apologo sulla difficile condizione femminile in Iran. Stesso tema affrontato con «Il Cerchio» che gli è valso, nel 2000, il Leone d'Oro a Venezia. Nel 2003 a Cannes ha ricevuto il premio nella sezione 'Un certain regard' con il film «L'Oro rosso», 'noir' la cui diffusione è stata proibita in Iran. Il regista Leone d'Oro aveva definito «una sciocchezza» le accuse rivoltegli dal regime, che oggi infligge un colpo durissimo all'opposizione sociale iraniana e riporta alla memoria i provvedimenti sovietici contro lo scrittore Aleksandr Soljenitsin. Il regista aveva spiegato di aver cominciato a girare un film sulle proteste anti-Ahmadinejad dopo aver subito l'irruzione delle polizia iraniana nella propria abitazione e la confisca della propria collezione di film, considerata «oscena» dalla magistratura.

IL CINEMA SI MOBILITA - Alla notizia della condanna si è immediatamente mobilitato il mondo del cinema francese. Thierry Frémaux, a capo del festival di Cannes, si è detto pronto a mettere in piedi un comitato per sostenere un regista considerato, ha detto, «scomodo» dal regime iraniano. Per il rilascio di Panahi si sono subito mossi anche il direttore della Cineteca francese, Serge Toubiana, e il presidente della stessa, Costa-Gavras, il regista Bertrand Tavernier e il filosofo Bernard-Henri Lévy, già impegnato nella campagna per la liberazione di Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio.
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Non ho un c.... da fare!!!
21/12/2010 10:59
 
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Re:
Jacques-Louis David, 21/12/2010 8.50:

ma un terremoto che faccia sprofondare il loro presidente nei più profondi meandri della terra no?





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Non ho un c.... da fare!!!
21/12/2010 13:29
 
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Re:
Jacques-Louis David, 21/12/2010 8.50:

ma un terremoto che faccia sprofondare il loro presidente nei più profondi meandri della terra no?




Io voto per uno tsunami che lo porti a R'lyeh dove Cthulhu se lo pappa
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