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Ocse: in Italia la pressione fiscale sale del 43,5%

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2010 14:28
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Mi fanno male le dita
15/12/2010 12:53
 
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Sale la pressione del fisco in Italia: dal 43,3 per cento del 2008 al 43,5 per cento del 2009 del prodotto interno lordo. E’ quanto riferisce l’Ocse nelle stime preliminari relative all’anno scorso contenute in “Revenue Statistics”. L’Italia supera così il Belgio (che nel 2009 ha visto il peso del fisco diminuire al 43,2 per cento dal 44,2 per cento del 2008) e scala di un posto la classifica dei Paesi dove maggiore è il peso delle entrate rispetto al prodotto interno lordo. Prima dell’Italia nel 2009 si collocano solo la Danimarca (48,2 per cento) e la Svezia (46,4 per cento).

In questa fase di ripresa incerta, i giovani hanno il doppio delle possibilità di trovarsi senza lavoro rispetto alle altre fasce d’età, e la loro situazione non accenna a migliorare. E’ l’allarme lanciato da un rapporto Ocse sull’occupazione giovanile, che invita i governi ad occuparsi con urgenza del problema per scongiurare il rischio di “esclusione a lungo termine” per una larga parte delle nuove generazioni. Dall’inizio della crisi, riporta lo studio, nell’area Ocse ci sono 3,5 milioni di giovani disoccupati in più, e almeno 16,7 milioni di ragazzi sono nel cosiddetto ‘gruppo Neet’, né educazione né lavoro. Ma la cosa più preoccupante, sottolinea l’organizzazione parigina, è che tra questi ultimi solo 6,7 milioni sono in cerca di un impiego, mentre gli altri 10 milioni hanno smesso di cercare, scoraggiati dalla situazione.

In questo contesto, aggiunge lo studio, i governi devono impegnarsi al più presto a “lanciare programmi di intervento che forniscano un’efficace assistenza alla ricerca di lavoro per i diversi gruppi di giovani”, con particolare attenzione alle categorie più a rischio, come gli immigrati o i ragazzi privi di titolo di studio. Inoltre, l’Ocse consiglia di “rinforzare l’apprendistato e altre forme di training integrato per giovani con competenze di basso livello” e di “incoraggiare le aziende ad assumere i giovani, fornendo sussidi temporanei, in particolare per le piccole e medie imprese”.

Nel mese di ottobre, la disoccupazione nell’area Ocse è stata dell’8,6%, lo 0,1% in più rispetto a settembre. Lo rende noto l’organizzazione parigina in un comunicato, precisando che il numero di disoccupati resta vicino ai massimi del dopoguerra, a 45,7 milioni. In Italia, a ottobre il tasso di disoccupazione è stato dell’8,6%, contro l’8,3% di settembre. Il nostro Paese resta al di sotto della media dell’area euro (10,1%) e di quella dell’Unione europea (9,6%), ma al di sopra di quella del G7 (8,2%).
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