Violata la sede del sindacato, aperta la cassaforte. «Furto anomalo»
I colleghi di Massari avevano raccolto con una colletta quindicimila euro
MILANO - Luca Massari era appena morto dopo un mese di agonia. Da subito il cervello non aveva dato segnali, poi anche il cuore aveva cessato di battere. E proprio in quel momento uno sciacallo era riuscito a rubare la colletta raccolta dai colleghi tassisti. Quindicimila euro che dovevano essere di aiuto alla famiglia. Soldi che gli uomini del «4040», la stessa sigla per la quale lavorava Massari, avevano consegnato al Satam, il sindacato artigiani tassisti di Milano, in via Messina. Un furto denunciato al commissariato di zona con non poco imbarazzo. Qualcuno, infatti, dopo aver rotto il vetro dell'unica finestra senza allarme, era salito al primo piano dove, in una sorta di teca, era custodita la chiave della cassaforte. A questo punto è stato un gioco per ragazzi: hanno aperto il forziere portando via il denaro.
Un furto «anomalo», del quale la famiglia non vuole parlare: c'è ancora troppo dolore nel cuore. Così come non vogliono parlarne i tassisti. I soldi, comunque coperti da polizza assicurativa, dovrebbero arrivare ai genitori di Luca. Resta però l'amaro in bocca, in parte mitigato dalla lettera che, qualche giorno fa, il sindaco di Milano Letizia Moratti ha fatto pervenire alla famiglia del tassista morto a causa delle botte ricevute da tre giovani, perché «colpevole» di aver investito il loro cane non tenuto al guinzaglio.
«...Luca non sarà dimenticato, intendo fare qualcosa perché possiamo dare un senso a tutto questo. Si può trovare un senso a ciò che è assurdo, solo lavorando per il futuro, lavorando per i giovani. Per questo vorrei dedicare a Luca una borsa di studio da assegnare a studenti ricercatori che affrontino il tema della sicurezza nelle metropoli. È una iniziativa da cui possono provenire proposte utili per la collettività, una spinta a guardare avanti...».
Nella lettera si chiedeva anche l'assenso della famiglia all'iniziativa e la risposta al primo cittadino di Milano non si è fatta attendere. L'ha data Marco Massari, il fratello di Luca. «Abbiamo detto di sì. Non può che farci piacere sapere che ci sarà una borsa di studio con il nome di Luca. Un grande gesto. Un'iniziativa valida che terrà vivo nel tempo il ricordo di mio fratello, morto troppo presto, in modo assurdo».
Lunedì scorso, il consiglio comunale ha ricordato con un minuto di silenzio Luca Massari. C'era il numero legale dei consiglieri, ma nessuno che rappresentasse la giunta. E c'erano anche i familiari del tassista: il padre, la madre, il fratello, lo zio e la zia. Per Luca si era parlato anche di una possibile candidatura all'Ambrogino. Ma poi non se ne è fatto più nulla. «Ci avevamo pensato noi del Pd - dice il consigliere Carmela Rozza - ma non ci sono stati i tempi tecnici. Quando dovevamo proporlo, Luca era ancora in coma e quindi non ci è sembrava opportuno. Poi, quando è morto, le candidature erano già state assegnate. Abbiamo comunque proposto i due testimoni che hanno permesso di incastrare i colpevole di quel pestaggio omicida e la loro candidatura è stata approvata. Ma il prossimo anno, di certo proporremo Luca Massari, il tassista buono».
[Modificato da Rust in Peace...Polaris 24/11/2010 09:58]