=tna4ever=, 22/11/2010 0.00:
Non ti seguo Grifo
La squadra dopo passò dapprima alla CIT Travel, quindi alla società anonima svizzera Eurocat SA. Dopo una serie di manifestazioni dei tifosi contro la società inadempiente, il Pescara è ancora in vendita, ma il 19 dicembre 2008 a causa di pesanti debiti societari la Pescara Calcio SPA è stata dichiarata fallita dal tribunale civile cittadino. In seguito, dopo l'affidamento al curatore fallimentare Dott. Saverio Mancinelli, sarà egli stesso a fissare per il 20 gennaio 2009 presso il medesimo Tribunale Civile una base d'asta di vendita aziendale di 600.000 euro per l'acquisizione del club.
La Curva Nord Marco Mazza nella Finale play-off 2010 contro il Verona, allo Stadio Adriatico di Pescara.
Ed in quella sede, tra l'entusiasmo di una foltissima rappresentanza della tifoseria organizzata (il cui ruolo si è rivelato determinante nell'opera di ricostruzione), aggiudicataria dell'asta si rivela essere la Delfino Pescara 1936. Il nuovo sodalizio, tutto pescarese, è presieduto da Deborah Caldora, figlia dell'ex presidente della prima Serie A e dall'industriale dell'omonima pasta Giuseppe Adolfo De Cecco. Dopo l'esonero di Giuseppe Galderisi al culmine di una perdurante crisi tecnica, la guida della squadra è affidata ad Antonello Cuccureddu. L'ex bandiera della Juventus riuscirà a condurre il Delfino biancazzurro alla salvezza.[16]
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Il 2 aprile 2009, la società viene dichiarata fallita dal Tribunale di Busto Arsizio per debiti. Il rag. Luca Regalia è nominato curatore fallimentare. Quattro giorni dopo, su provvedimento del Gip di Busto Arsizio, la Guardia di Finanza arresta l'ex patron Giuseppe Zoppo, accusato di bancarotta fraudolenta: dopo aver perso tutti i suoi soci nell'acquisto della società tigrotta, e dopo non essere riuscito a rivenderla a luglio 2008, avrebbe dirottato le sovvenzioni degli sponsors su suoi conti privati, bloccato i pagamenti ai creditori e smesso di versare gli stipendi.[2]
Il 3 giugno 2009, alla terza ed ultima udienza utile, la Società "Aurora Pro Patria 1919", guidata dalla famiglia Tesoro, ha acquisito il ramo d'azienda del fallimento, dando così continuità alla storia della Pro Patria. Il tutto mentre la squadra è impegnata nei play-off, per il ritorno in Serie B dopo 43 anni. Il 31 maggio, i biancoblù avevano affrontato nella gara di andata di semifinale play-off la Reggiana al Giglio, imponendosi per 5-4, in una partita rocambolesca che al 36' del primo tempo vedeva i tigrotti soccombere per 3-0, facendo partire poi una rimonta storica che al 38' vedeva Do Prado, accorciare, quindi Mosciaro tre minuti dopo. Al quarto d'ora della ripresa arriva il pareggio bustocco con Cristiano di testa, quindi il vantaggio ancora con Do Prado, a cui fa seguito il pareggio dei padroni di casa. Ad un minuto dalla fine Do Prado realizza la sua personale tripletta su rigore, per un netto fallo subito da Toledo, fissando il punteggio sul 5-4 finale per la Pro. In finale affronta il Padova, la gara in Veneto, termina sullo 0-0, con Giambruno che al 9' di gioco, para un rigore al patavino Rabito. La gara di ritorno si gioca allo "Speroni", che viene esaurito in prevendita già al primo giorno. Alla fine del primo tempo i padovani rimangono in 10 uomini per l'espulsione del terzino Di Venanzio per doppia ammonizione. Alla Pro, basterebbe lo 0-0, per essere promossa e la squadra sembra giocare per mantenere quel risultato che però è pericoloso, infatti a 10' dal termine Di Nardo, su un rimpallo manda la palla in rete e due minuti dopo, su contropiede, complice anche un errore difensivo biancoblù, raddoppia. Nei minuti finali Urbano accorcia le distanze, fissando il punteggio sul 2-1 e allo scadere, in pieno recupero, Do Prado fallisce clamorosamente un gol,colpendo di testa centrale, nonostante la favorevole posizione: è l'ultima azione della partita, la Pro Patria perde una promozione in un campionato che avrebbe sicuramente meritato di vincere, probabilmente anche a causa della vicenda societaria e del disinteresse di alcuni giocatori che abbandonano immediatamente il campo di gioco, tra i quali Music, Fofana, Correa e Do Prado, che il giorno dopo, il 22 giugno, è già accasato tra le fila del Cesena, neopromosso in Serie B.
Il 27 giugno la FIGC[1] assegna il titolo sportivo alla nuova società Aurora Pro Patria 1919 S.r.l.
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parte una nuova società acqustata per due spiccioli, a debiti zero e con tutti i contratti dei giocatori in mano..
senza problemi per iscrizioni e cose simili, quindi senza dover ripartire dal basso..