AngelieDemoni82, 18/10/2010 18.11:
Però da quando c'è il contratto che ai rookie da' un "fisso" a seconda del numero di scelta e non c'è più la possibilità di ocntrattare (tipo Glenn Robinson che costrinse Milwaukee a vendere mezzo Wisconsin pur di accontentarlo), alla fine andare in NBA ti fa guadagnare molto bene per lo standard di uno sportivo ma non benisismo per le tue potenzialità (per dire, Wall verrà pagato quanto Duhon quest'anno e per i prossimi due...). E dopo questi tre anni, anche se sei stato scelto col numero uno se ti dimostri una pippa nessuno ti paga, se invece rimani al college un anno in più e perfezioni il tuo gioco (cosa che in NBA NON puoi fare visto il nuemro di partite e di spostamenti) hai più possibilità di guadagnare di più e per più anni dopo i primi tre anni "obbligatori".
Un agente serio dovrebbe far capire questo ad un giocatore. Ecco, forse il problema reale è la serietà degli genti...
E' il problema dell'uovo oggi o gallina domani.
Un agente si cucca la percentuale e tende a monetizzare subito, anche perché è vero che uno al college perfeziona il suo gioco, ma al contempo può infortunarsi o perdere quotazioni se non gioca come l'anno precedente.
Esempio: se Montejunas o Kesely giocano come o peggio dell'anno scorso probabilmente vanno a fine primo giro se non oltre, mentre se giocano una buona annata finiscono tra le prime 10 (e pure l'anno scorso ci sarebbero finiti). Per un agente il gioco non vale la candela.